Cozzolino in manette. Il pm: ha ricevuto soldi dal Marocco

Una giornata da incubo per l’eurodeputato napoletano del Pd (gruppo S&D) Andrea Cozzolino. In mattinata il suo ufficio a Bruxelles, all’interno del palazzo del Parlamento, è stato sottoposto a sequestro, mentre il collega belga Marc Tarabella veniva arrestato, poi anche per il politico partenopeo sono scattate le manette: dopo essere  stato dimesso dalla clinica napoletana dove era ricoverato, è stato rinchiuso nel carcere di Poggioreale. Il mandato d’arresto è stato emesso dalla procura belga nell’ambito dell’inchiesta Qatargate, a seguito della revoca dell’immunità come deciso qualche giorno fa dall’Europarlamento. All’esponente politico sono stati contestati i reati di partecipazione a organizzazione criminale, corruzione e riciclaggio.

La polizia federale belga ha prima preso in custodia l’eurodeputato belga per poi mettersi sulle tracce del collega italiano, senza però trovarlo nella sua abitazione di Bruxelles. A questo punto è subentrata la guardia di finanza di Napoli: giunti alla residenza partenopea dell’eurodeputato dem con un mandato d’arresto europeo alla mano, i finanzieri però non lo hanno trovato neanche lì. Cozzolino, ha fatto sapere poco dopo il legale Dezio Ferraro, era ricoverato in una clinica napoletana: appena è stato dimesso, gli è stato notificato il provvedimento. I due sono sospettati di essere coinvolti nello scandalo euro-marocchino-qatariota sotto il peso delle rivelazioni del pentito Pier Antonio Panzeri. Parole già finite sui verbali a più riprese e sintetizzabili in un’accusa concreta a entrambi: aver contribuito alla trama di corruzione facendosi versare bonifici a rate tra i 120mila e i 140mila euro per il belga; e aver agito per orientare le politiche Ue a favore di Doha e Rabat in modo indiretto per l’italiano. Erano le 6 di mattina quando gli investigatori belgi hanno dato il via alle operazioni con una serie di perquisizioni concentrate nei luoghi della vita di tutti i giorni dei due politici, tra Liegi, Bruxelles e Napoli.  Tarabella – che dall’inizio si proclama completamente estraneo ai fatti – non ha opposto resistenza, e ha anzi riferito di aver atteso “da due mesi” quel momento per poter essere “finalmente ascoltato”. Del tutto diversa la convulsa ricerca di Cozzolino, terminata solo in serata dopo due tentativi andati a vuoto tra Bruxelles e Napoli. Dimesso da una clinica della città dove si era recato per problemi di salute, gli uomini del Gico del Nucleo di polizia-economico finanziaria della Gdf partenopea hanno notificato la misura all’europarlamentare, per il quale ora rischia di profilarsi una lunga trafila giudiziaria da affrontare nell’immediato in Italia, ma che potrebbe farlo finire nelle mani del giudice istruttore Michael Claise in Belgio. Gli sviluppi per l’esponente del Pd sospeso in via cautelativa – per lungo tempo presidente della delegazione per le relazioni con i paesi del Maghreb e le commissioni parlamentari miste Ue-Marocco dell’Eurocamera – andranno chiarendosi nelle prossime ore. 

La misura restrittiva viene chiesta dal giudice belga per “gravi indizi di colpevolezza” e per “il timore che l’indagato possa commettere nuovi reati o delitti analoghi o più gravi” o che “ostacoli il regolare svolgimento delle indagini o si sottragga all’azione della giustizia tentando di occultare prove, o di entrare in collisione con terzi al fine di impedirle o per indurre false testimonianze”. 

“Dagli elementi raccolti dai servizi segreti del Belgio appare che anche Andrea Cozzolino, insieme ad Antonio Panzeri e Francesco Giorgi, abbia ricevuto direttamente dei fondi dal signor Atmoun”, l’ambasciatore del Marocco in Polonia. Si legge nel testo del mandato d’arresto europeo. Cozzolino, viene spiegato, aveva “contatti diretti” con Atmoun e il 1° giugno 2022, durante un incontro a Varsavia tra i due, ha ricevuto anche “un’onorificenza e una cravatta e avrebbe discusso la linea da seguire alla commissione mista Ue-Marocco del Pe”

L’ex eurodeputato Panzeri e il suo ex assistente Giorgi avrebbero “concordato di far collocare Andrea Cozzolino ed Eva Kaili nella Commissione speciale Pegasus del Parlamento Europeo con l’obiettivo di difendere gli interessi marocchini in seno alla commissione”

Sulla vittoria alle primarie, l’ombra del voto comprato

Se a Napoli negli ambienti della politica si dice ‘cinesi’, il pensiero corre subito ad Andrea Cozzolino. Una lunga militanza a sinistra, che parte dal liceo classico di Torre del Greco, dove è tra i fondatori dell’Associazione degli studenti contro la camorra negli anni ‘70, a Bruxelles, passando attraverso incarichi nel partito (tra l’altro quello di segretario del Pd a Napoli), e in Regione (assessore di Antonio Bassolino), Cozzolino, 60 anni, tre figli avuti da Anna Normale, figlia di un noto costruttore partenopeo (nonché socia della Sa.An., proprietaria dell’ecomostro di Alimuri), europarlamentare dal 2009, prima di questo mandato d’arresto europeo era già stato al centro di una discussa tornata di primarie dem poi annullate, proprio per un sospetto di brogli con voti comprati e messi nelle urne da un folto numero di rappresentanti della comunità cinese napoletana. Le primarie in questione erano quelle del centro-sinistra per la scelta del candidato sindaco di Napoli, il 23 gennaio 2011; che Cozzolino vince a sorpresa con il 37,3% delle preferenze (16.358 voti), principalmente raccolte nei quartieri di Secondigliano e Miano.

Un risultato contestato davanti ai garanti dagli altri aspiranti: Umberto Ranieri, Libero Mancuso e Nicola Oddati, anche lui giovane pupillo di Bassolino. Le primarie vengono poi annullate, ma le denunce di brogli spingono la Direzione distrettuale antimafia a indagare per infiltrazioni camorristiche del clan Lo Russo, egemone proprio a Miano, e il centro sinistra ripiega su Mario Morcone, prefetto e commissario per Roma nel 2008, proposto dal commissario provinciale del Pd Andrea Orlando.

All’inizio degli anni ‘90, Cozzolino partecipa da dirigente del Pci al processo che ha portato alla svolta della Bolognina di Achille Occhetto, aderisce al Partito Democratico della Sinistra, e nel 1998 ai Democratici di Sinistra di Massimo D’Alema. Dal 1994 al 2000 è stato segretario della Federazione di Napoli del Pds prima, e Ds poi. Si candida alle elezioni regionali in Campania del 2000 con i Ds, con Bassolino, anche lui impegnato nella scalata alla presidenza della Giunta, venendo eletto nel collegio di Napoli in Consiglio regionale. Viene poi rieletto alle elezioni regionali del 2005 nel medesimo collegio, e diventa assessore con deleghe all’Agricoltura e alle Attività Produttive, sempre con Bassolino presidente. Alle primarie del 14 ottobre 2007 è eletto all’assemblea costituente nazionale del Partito Democratico. Alle elezioni europee del 2019 era stato rieletto con 81.328 preferenze, ed era entrato a far parte della sottocommissione per i diritti umani e della delegazione del Parlamento per i rapporti con i paesi del Maghreb e l’Unione del Maghreb arabo. Quando, il 22 novembre scorso, il Parlamento Europeo vota a favore del riconoscimento della Federazione Russa come Stato che sostiene il terrorismo a seguito delle sue azioni nel corso della invasione russa dell’Ucraina, Cozzolino è uno dei quattro parlamentari italiani a votare contro la mozione. Il 16 dicembre 2022 la Commissione Nazionale di Garanzia del Pd delibera di “sospendere cautelativamente l’onorevole Andrea Cozzolino dall’Albo degli iscritti e degli elettori del Pd, nonche’ da tutti gli organismi del partito di cui dovesse eventualmente essere parte”. Cozzolino, attraverso i suoi avvocati, aveva votato al Parlamento europeo a favore della revoca dell’immunità per sé e per Tarabella.

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