NAPOLI – Il rione Traiano si ribella agli spacciatori. La sommossa parte da via Marco Aurelio. Ma non tutti reagiscono allo stesso modo. Politica, associazioni, istituzioni e forze dell’ordine cosa fanno? E’ una partita aperta e la si gioca oggi. Non domani.
C’è chi sostiene la sfida all’illegalità, chi prova a trovare strategie vincenti e chi glissa.
L’analisi di Maresca
Ma andiamo con ordine. “Quando la società civile prende coscienza del fatto che la criminalità è un cancro da combattere con tutte le forze è sempre un bene – dice il leader dell’opposizione consiliare e magistrato Catello Maresca – c’è bisogno di una reazione forte delle comunità contro i portatori di morte, che sono gli spacciatori di droga. Non sempre accade purtroppo, ci vuole coraggio e consapevolezza, che non è detto si coniughino in uno stesso contesto”. Qui in via Marco Aurelio – forse per la prima volta – l’illegalità si infrange su una barriera: il muro compatto dei cittadini. Non vogliono una piazza di spaccio davanti casa, dove i bimbi giocano a palla. Ora basta. Così provano a lanciare segnali, anche a parlare con chi vende stupefacenti in strada. La risposta è stizzita, poi le minacce: fatevi gli affari vostri. Come dire: qui comandiamo noi. I residenti non s’arrendono.
La rivolta dei cittadini
Serve uno scatto di nervi. E lo hanno avuto. Ora bisogna capire se siano soli. Ieri il presidente della IX Municipalità Andrea Saggiomo ha spiegato che polizia e carabinieri ci sono e fanno gli ‘straordinari’ “con indagini e controllo del territorio”. Intanto il tema della legalità è sul tavolo degli enti locali. Ma non c’è solo la Municipalità. “Le istituzioni devono accompagnare questo percorso di riscatto sociale attraverso interventi di sostegno – continua Maresca – non solo presidi di polizia, che sono importanti, ma non bastano da soli a risolvere il problema”.
La crisi lavoro
Cosa fare oggi per arginare il fenomeno criminale? “Anche progetti concreti per dare alle comunità opportunità di lavoro e di crescita economica. Un po’ quello che sta accadendo ai Quartieri Spagnoli e alla Sanità. Buone prassi che vanno però sempre stimolate e seguite. Purtroppo abbassare la guardia anche un attimo comporta la perdita di tutto il terreno guadagnato sul fronte della legalità e del rispetto delle regole. Bisogna capire e far capire che questo costituisce il presupposto di qualsiasi percorso di crescita delle comunità. Una collettività inerte e supina all’oppressione criminale ha perso la sua partita. Oggi purtroppo le istituzioni cittadine su questo fronte fanno ancora troppo poco. Mancano strategia e competenze e questo è un problema serio”.
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