CAIVANO – “Meglio che intervengano gli agenti della polizia municipale, i dirigenti dell’ufficio tecnico del Comune o i vigili del fuoco, anziché il personale del 118. I bambini sono in pericolo e non possiamo permetterci il lusso di perdere anche solo un altro secondo”. E’ sinceramente preoccupato Bruno Mazza, responsabile dell’associazione ‘Un’infanzia da vivere’. A preoccuparlo sono le condizioni di villa Andersen, lo spazio pubblico nel cuore del Parco Verde intitolato ad Hans Christian Andersen, scrittore e poeta danese, celebre soprattutto per le sue fiabe. Di fiabesco villa Andersen non ha nulla, purtroppo. Anzi: visitarla è un incubo. Uno spazio che, in teoria, potrebbe essere vissuto dai bambini.
La pratica è un’altra cosa. “La realtà, infatti, è anni luce lontana dall’atmosfera delle fiabe di Andersen” racconta lo stesso Mazza, che del Parco Verde è un figlio, nel male (in passato) e nel bene (ora). Nella sua vita, Bruno ha conosciuto e vissuto da protagonista il business criminale gestito dai ‘signori della droga’ del rione popolare di Caivano, oggi supermarket h24 degli stupefacenti, salvo poi dare una svolta alla sua esistenza, redimersi, e dedicare le sue giornate a una missione encomiabile: salvare bambini e ragazzi del suo quartiere. “Ma se a questi giovani non diamo un’alternativa, anche partendo dal basso, come ad esempio una villa comunale, se non diamo loro una via di fuga e un luogo per giocare, è chiaro che sarà sempre più forte il richiamo della strada, che qui al Parco Verde significa piazze di spaccio e criminalità”, evidenzia Mazza.
Tre giorni fa, lunedì pomeriggio, Bruno ha varcato la soglia della caserma dei carabinieri di via Frattalunga per depositare una denuncia – per conto di Chiara Campestre, presidente dell’associazione ‘Un’infanzia da vivere’ – attraverso la quale ha messo nero su bianco la richiesta di intervento immediato di chiusura della villa. E lo ha fatto perché lo spazio pubblico del Parco Verde presenta troppi pericoli: “Considerato il susseguirsi di atti vandalici, riteniamo che l’intera villa comunale non sia idonea allo scopo per il quale nasce, ovvero ospitare bambini, ragazzi e persone”. “Dagli anni ‘90 ad oggi la villa è un ritrovo di tossicodipendenti, con i suoi 9mila metri quadrati non può essere in alcun modo aperta al pubblico con il concreto pericolo per tutti quelli che la frequentano. Per questioni di sicurezza e ordine pubblico non possiamo più gestire, anche solo in affidamento da delibera comunale, un’area che risulta essere un luogo dove ogni passo può essere interrotto da eventi di carattere incidentario, di sicurezza per la persona e di disagio”.
L’associazione si prende cura del bene e lo fa anche con le attività dei baby volontari, bambini che dedicano pomeriggi interi a ripulire la villa. Rischiano di ferirsi in maniera seria, ma l’amore per il proprio quartiere va oltre la paura. In conclusione, Mazza e la sua associazione denunciano, con fermezza, l’intervento immediato che porti alla chiusura dell’area. Gli appelli di Mazza sono indirizzati alle istituzioni: “Qui è troppo pericoloso per i bambini, ci sono cavi elettrici scoperti, siringhe sul pavimento, inferriate rotte. Comune, Città metropolitana, ma anche la Regione, facciano in modo che villa Andersen torni a risplendere. I bambini del Parco Verde meritano un’alternativa alle piazze di spaccio. Su 9mila abitanti, mille sono bimbi. Mille bambini senza nemmeno una giostra. Il quartiere è critico, lo sappiamo benissimo, ma senza luoghi di aggregazione togliamo la speranza alle nuove generazioni”.
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