NAPOLI – Movida rosso sangue a Napoli. A meno di due settimane di distanza dall’omicidio del 18enne Francesco Pio Maimone, ferito mortalmente da un proiettile durante una lite per futili motivi agli ‘chalet’ di Mergellina, il by night partenopeo produce un nuovo episodio di violenza. Un giovane musicista è stato aggredito dal titolare di un locale. Mai come in questo caso usare il condizionale sarebbe errato: lo stesso aggressore ha ammesso di aver colpito l’artista. Ma cos’è successo ieri notte in piazza Bellini? Sono gli stessi protagonisti a raccontarlo a Cronache di Napoli.
La movida del venerdì sera scorre con i ritmi di sempre, al centro storico. Gianmario Sanzari, musicista di strada, 27enne nato e cresciuto ai Quartieri Spagnoli, è impegnato a esibirsi in via Santa Maria di Costantinopoli, con lo sguardo rivolto verso i passanti, verso la statua dedicata al compositore catanese dell’era del bel canto, e verso i clienti dei locali La Spilleria e Jurdau. Non è la sua prima volta, anzi, lì Gianmario è un habitué. E’ da sette mesi che suona in piazza Bellini. Il ragazzo ha anche un discreto seguito di pubblico sui social network. Insomma: si sta godendo il suo momento e venerdì sera si stava godendo l’ennesima serata trascorsa a fare ciò che più ama, suonare e cantare.
“Prima di posizionarmi lì ho chiesto il permesso ai titolari – ci racconta Gianmario, che riavvolge il suo venerdì sera finito in ospedale – Mi sono piazzato lì come artista di strada. Quando ho iniziato il ‘live’, Gianni ha preso la cassetta delle offerte e ha iniziato a girare tra i tavoli. Certo, l’avrà fatto per darmi una mano, ma mi ha comunque messo in ridicolo. Sono un artista, non faccio l’elemosina, non che abbia qualcosa contro l’elemosina. Poi, scherzando, ha cominciato a darmi indicazioni sui brani da cantare, facendo un gesto come a voler tirare qualcosa fuori dalla tasca, forse un coltello. A un certo punto ha insistito troppo. Mi sono voltato verso di lui e gli ho detto che, però, doveva lasciarmi fare. Era già una situazione complicata per me, con le automobili che passavano in strada e il conseguente trambusto. Sono entrato e uscito almeno un paio di volte dal locale, fino a quando Gianni non mi ha guardato, dicendomi ‘non mi sei piaciuto stasera’”.
E lì la tensione si è fatta largo tra i protagonisti della vicenda. “Non ti è piaciuto il modo in cui ho suonato?”, la domanda di Gianmario che ha dato il via alla violenza. “Già intuivo dove volesse andare a parare e volendo evitare la lite l’ho messa sull’ironia. ‘No, non mi è piaciuto come hai risposto’, ha replicato Gianni, che mi ha guardato in malo modo. ‘Gianni, ma perché mi stai guardando così? Ho suonato per portarti un po’ di gente’”. Poi l’inizio della fine: “Mi ha colpito in pieno volto. Ho barcollato, lui mi ha afferrato, mi ha trascinato all’esterno del locale, mi ha tirato i capelli, mi ha colpito in faccia con una testata o con pugni, buttandomi a terra. Ho sputato sangue dalla bocca e dal naso. Ho anche tentato di reagire, scagliandomi contro di lui, ma i militari dell’Esercito italiano mi hanno bloccato”.
“Poteva uccidermi”, prosegue Gianmario. “Domani le prendi un’altra volta”, gli avrebbe detto l’aggressore. “Tutto questo non lo ha fatto a me – commenta il giovane artista – Lo ha fatto a un’intera piazza. Lo ha fatto a tutti quei ragazzi per bene che si distinguono dalla massa e che credono in una movida pulita e rispettosa come me. Lo ha fatto a tutti i locali che si battono per far sì che quella piazza migliori. E in un attimo, ha distrutto tutto. Perché ogni giorno facciamo la guerra a queste persone. La scena più pietosa è stata vederlo salire sul motorino e andarsene davanti ai militari che non l’hanno fermato. Tutti a guardare la scena, nessuno a darmi una mano”. Sul posto interviene la polizia, Gianmario rilascia la sua deposizione, salvo poi recarsi, ieri pomeriggio, in questura, dove ha sporto denuncia.
“Succederà ancora, succederà a qualcun altro – l’amara riflessione del ragazzo – Ma mi raccomando, caro sindaco, non la fissiamo una pattuglia in quella piazza. Concentriamoci sugli artisti di strada che danno fastidio”. Gianni De Simone, titolare della birroteca La Spilleria, non smentisce i fatti: “Sì, è vero: l’ho aggredito – ci racconta al telefono – Non ho problemi ad ammetterlo. Ma lui era un po’ alticcio e si è comportato male. Il vino resti nelle botti, recita il famoso proverbio. E se non si regge l’alcol è meglio non consumarne. Noi esercenti di piazza Bellini dobbiamo già affrontare i mille problemi che tutti conosciamo, come ad esempio le baby gang e tutte le difficoltà che concerne portare avanti un’attività. Attività che ho avviato dieci anni fa intendendola come ‘bastone della vecchiaia’, per godermi la pensione dopo una vita trascorsa a lavorare duramente. Immagino mi abbia querelato. Quando e se arriveranno provvedimenti, sarà il mio avvocato a sbrigare la faccenda”. Gli elementi della vicenda sono chiari: un ragazzo ferito (trauma cranico lieve, prognosi di sei giorni), numerosi testimoni e un aggressore reo confesso. Adesso la palla passa nelle mani delle autorità competenti.
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