TRENTO – “Abbattere tutti gli esemplari problematici”. E’ quanto stabilito dall’amministrazione della Provincia Autonoma di Trento. L’esame autoptico ha confermato i sospetti emersi nelle prime ore. Il runner di 26 anni, Andrea Papi, ritrovato esanime nei boschi di Caldes nella notte del 5-6 aprile, ha perso la vita a causa delle ferite inferte da un orso. “Troppe volte, in questi anni, determinati organi chiamati a dare risposta alle sollecitazioni dell’amministrazione provinciale si sono preoccupati del solo benessere dei plantigradi, dimenticandosi di chi vive nei nostri territori. Ora questo percorso deve essere invertito” sono state le parole del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti in conferenza stampa al Commissariato del Governo, dove ieri pomeriggio si è tenuto il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza convocato dal prefetto Filippo Santarelli. Qui il Comitato è stato informato della firma di una serie di ordinanze contingibili e urgenti per l’abbattimento degli orsi problematici: la prima riguarda l’identificazione sul territorio e il successivo abbattimento dell’animale che ha ucciso il 26enne di Caldes. Un’operazione che potrà essere completata quando i laboratori della Fondazione Edmund Mach – alla quale sono stati affidati i reperti – identificheranno l’esemplare che ha compiuto l’aggressione, attraverso la genetica. “Quell’orso va rimosso per garantire la sicurezza pubblica” ha spiegato il presidente Fugatti, affiancato dal sindaco di Caldes Antonio Maini, dal presidente della Comunità Val di Sole Lorenzo Cicolini e dal dirigente generale del Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna, Raffaele De Col.
Prima dell’annuncio delle misure stabilite da Piazza Dante, il presidente ha voluto abbracciare idealmente i familiari della vittima “per la sofferenza che stanno vivendo” e l’intera comunità della Val di Sole, oltre a ringraziare gli operatori della Protezione civile scesi in campo per le ricerche, assieme a carabinieri, Corpo forestale trentino, Azienda sanitaria, il prefetto Santarelli e il procuratore della Repubblica Sandro Raimondi per il lavoro svolto. Oltre all’esemplare che ha ucciso il runner, il presidente Fugatti ha annunciato l’abbattimento di altri tre orsi (nei prossimi giorni la richiesta ufficiale sarà inoltrata ad Ispra): “Dalle interlocuzioni che abbiamo avuto, sono emerse rassicurazioni verbali sull’accoglimento anche di queste richieste” ha specificato il presidente. Gli orsi da abbattere sono dunque potenzialmente 4: oltre all’aggressore del runner ci sono MJ5, JJ4 e M62. In attesa della procedura di identificazione, dopo la cattura da parte del Corpo forestale trentino con la trappola tubo, gli orsi “indiziati” non saranno dotati di radicolare e rilasciati, ma verranno custoditi momentaneamente in cattività, in attesa della conferma che arriverà dall’esame del Dna. La presenza di oltre un centinaio di esemplari sul territorio Trentino – ha sottolineato Fugatti – non è sostenibile. Il rilascio di 10 esemplari provenienti dalla Slovenia per ripopolare i boschi trentini tra il 1999 e il 2002, erano stati preceduti da un dettagliato studio di fattibilità, curato dall’Istituto nazionale per la fauna selvatica, che aveva accertato l’idoneità ambientale di un territorio sufficientemente ampio ad ospitare una popolazione vitale di plantigradi (40-60 orsi), che costituiva l’obiettivo finale del progetto. L’areale doveva andare ben oltre i confini del Trentino, interessando le regioni e i Paesi confinanti. Ebbene, la maggior parte del centinaio di esemplari attualmente presente in Trentino si sposta all’interno di un’area ampia circa 1.500 chilometri quadrati (pari a un quarto dell’intero territorio provinciale) e fortemente antropizzata. “Per questi motivi, il sovrannumero di esemplari rispetto alle previsioni originarie dovrà essere rimosso” ha detto il presidente, che ha informato della decisione il ministro Gilberto Pichetto Fratin. Il sindaco Maini e il presidente Cicolini hanno indicato le ordinanze come dispositivi concreti per dare risposta alla richiesta di sicurezza dell’intera Val di Sole, che paga un prezzo altissimo. Il giorno del funerale sarà lutto cittadino in tutti i 13 Comuni.