CAPUA (gt) – Il promoter Bernardino Manzo condannato in primo grado per truffa. L’episodio che ha fatto scattare il verdetto risale ad alcuni anni fa, quando l’imputato si presentò in un negozio di arte sacra dell’hinterland di Terra di Lavoro come incaricato da una società finanziaria di riscuotere dei soldi.
Il titolare dell’attività commerciale, però, stando a quanto ricostruito dall’accusa, percepì che si trattava di una truffa ai suoi danni e così chiamò prima la società interessata, che disconobbe Manzo come proprio dipendente, e poi allertò i militari della guardia di finanza di Capua. Manzo denunciò il commerciante per sequestro di persona in quanto, a suo dire, chiuse la porta principale del locale impedendogli di andare via mentre erano in arrivo i finanzieri. Un testimone, però, presente all’accaduto, ha dichiarato in aula (nel corso del procedimento avviato dalla denuncia di Manzo) che il promoter, in quella circostanza, aveva detto il falso, elemento che ha portato all’assoluzione del proprietario dell’attività commerciale, assistito dai legali Raffaele e Gaetano Crisileo. Ed ora il promoter rischia pure un nuovo processo per calunnia. Tornando, invece, al procedimento a carico di Bernardino Manzo per l’ipotesi di truffa, che avrebbe commesso ai danni del negoziante di arte sacra, il Tribunale di S. Maria Capua Vetere gli ha inflitto 6 mesi di reclusione. Logicamente Manzo, 72enne, è da considerare innocente fino ad un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.
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