Giunta e terzo mandato, la trattativa entra nel vivo

Giunta e terzo mandato, la trattativa entra nel vivo
Giunta e terzo mandato, la trattativa entra nel vivo

NAPOLI – Davanti ai microfoni ha attaccato tutto e tutti, usando parole dure, feroci. Su un tema, Vincenzo De Luca, però, si è trincerato dietro un no comment, quello del terzo mandato. Mentre dava dei ‘cafoni’ ai vertici della cultura locale e non solo, il governatore ha scelto di non rispondere alle parole di Elly Schlein, segretaria del Pd, che mercoledì pomeriggio si era detta “piuttosto contraria” alla riforma necessaria a consentire all’ex sindaco di Salerno di correre per un altro mandato a Palazzo Santa Lucia. De Luca, evidentemente, ha recepito il vero messaggio della leader del Nazareno, che poteva chiudere ogni porta e non lo ha fatto. Quel piuttosto, seguito da un “valuteremo nei prossimi giorni” non ha fatto altro che confermare che una trattativa, sotto traccia, c’è eccome. Perché Schlein ha dichiarato guerra a ‘cacicchi’ e ‘capibastone’, ma in fondo quando c’è stato da fare nomine ha piazzato tutti i suoi fedelissimi, non sfuggendo alle logiche che da sempre caratterizzano la gestione interna del Pd. E aprire una faida con il presidente della Regione è una bomba ad orologeria, perché presenta mille incognite e mille trappole, con un partito che a livello locale potrebbe non rispondere ai desiderata della nuova leader. Il figlio del governatore, Piero, a Roma continua a difendere il partito a spada tratta, non è stato messo da parte come in tanti si aspettavano dopo il colpaccio di Schlein alle primarie. Tutto fermo, tutto in pausa, in attesa che la trattativa arrivi a conclusione. E aspetta anche il presidente che ha rinunciato ad andare allo scontro e tiene aperta anche la partita sulla giunta regionale, che da tempo è in attesa di un restyling. Il rimpasto è opzione sul tavolo, con numerose pressioni che sono state portate avanti negli ultimi mesi per adeguare la squadra agli sviluppi politici dell’ultimo anno. E con ogni probabilità qualche cambio nell’esecutivo da parte di De Luca potrebbe segnare, in un verso o nell’altro, la chiusura della trattativa con il Nazareno. Ad aspettare che venga fatta chiarezza sull’argomento è chi sogna di prendere il posto di De Luca, come Roberto Fico: “Terzo mandato? Sono riflessioni interne che fa il Pd  io non entro nelle loro riflessioni. E’ chiaro che noi vogliamo provare ad avere un’alleanza basata su temi e programmi comuni, che si costruiscono dal basso, come abbiamo fatto al Comune di Napoli, che e’ un’esperienza che sta funzionando”. I suoi scudieri, però, nel frattempo si sono fatti sentire e hanno posto il no a De Luca e al terzo mandato come condizione indispensabile per un’alleanza tra Pd e Movimento 5 Stelle in Campania. Tempo sospeso, equilibri da ricostruire o da cambiare in maniera definitiva. Sull’asse Napoli-Roma sono giorni di contatti, di discussioni, di valutazioni. E quando si arriverà alla ‘fumata bianca’ o a quella ‘nera’ non si potrà più tornare indietro. Lo sa De Luca, lo sa soprattutto Schlein. E per questo è il tempo della prudenza, degli ‘abbastanza’ e dei no comment.

Tagli alla cultura, De Luca: “Non finanzio la cafoneria”

Mentre a Roma si tratta, a Napoli lo scontro continua. Il terreno è quello della Cultura. E Vincenzo De Luca sul taglio di 2 milioni di euro al Mercadante, non esita a chiarire: “Ci sono dei cafoni a Napoli che immaginano di poter ricattare una istituzione. Ho cercato di spiegare che questa storia è finita. C’è un’antica tradizione a Napoli. Ognuno programma a capocchia e poi ricatta le istituzioni. Le conferenze stampa per ricattare mi fanno stare meglio, sono del tutto indifferente ai ricatti da sempre. La Regione risparmierà due milioni di euro perché non finanzia la cafoneria. Il cda del teatro ha cinque unità, uno solo è il rappresentante della Regione, siamo in forte minoranza, ma nonostante questo l’ente che finanzia di più. Vergognoso fare polemiche in queste condizioni. Siamo alla follia. C’è gente abituata al parassitismo, che ha perso il senso della realtà. A maggio faremo una bella iniziativa dedicata a tutto il mondo del teatro, dello spettacolo, del cinema perché abbiamo rifinanziato la legge regionale di sostegno al settore. Quindi chi polemizza con la Regione oltre a essere cafone è anche un idiota”. Parole durissime che chiamano in causa chi ha polemizzato con i tagli, a cominciare dal sindaco Gaetano Manfredi, che da tempo ha voltato le spalle al governatore che lo aveva sostenuto alle Comunali e che ora ha trovato appoggi nel Pd e nel governo (nonostante abbia voltato le spalle anche al candidato dem sconfitto alle primarie, ovvero Stefano Bonaccini). Chi rappresenta i dem sul territorio si pone dall’altra parte della barricata, rispetto al governatore: “Bene la disponibilità del sindaco Manfredi nel cercare risorse per consentire al teatro Mercadante di proseguire nella sua attività e per non fargli perdere lo status di teatro stabile. E auspichiamo che il ministro Sangiuliano raccolga l’invito rivolto dal sindaco della città ad essere parte attiva nella ricerca di una soluzione. Lo dobbiamo al valore di questa realtà, ai suoi lavoratori, ad una eccellenza in ambito culturale che deve andare avanti”, hanno dichiarato in una nota congiunta il deputato Marco Sarracino, membro della segreteria nazionale Pd, il senatore Antonio Misiani, commissario regionale del Pd campano e la senatrice Valeria Valente. E il governo tende la mano: “Siamo al lavoro con il massimo impegno per trovare i fondi aggiuntivi da destinare al Teatro Mercadante di Napoli, per supplire, in tutto o in parte, al taglio effettuato dalla Regione Campania. Si tratta di un’operazione complessa, perché le risorse sono già programmate, ma contiamo di intervenire per scongiurare la sospensione della rassegna Pompeii Theatrum Mundi e il rallentamento delle attività dello stesso Mercadante”, ha fatto sapere il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. La manovra di accerchiamento continua. 

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