Infortuni e malattie, lavoratori a rischio

CASERTA – Incidenti sul lavoro in calo nel 2023, ma i casi sono ancora troppi e le malattie professionali, per contro, non accennano a diminuire. In Campania gli infortuni totali denunciati quest’anno sono 3.109, contro i 6.321 del 2022, con un calo del 50%. A Caserta si è passati da 806 a 459, con il 43% in meno. Gli infortuni mortali in regione quest’anno sono 4, la metà rispetto al 2022. Nel Casertano, fortunatamente, il conto è a zero, mentre l’anno scorso ce ne erano stati 2. Aumentano invece le malattie professionali denunciate: 395 in Campania contro le 351 dell’anno scorso, 29 in Terra di Lavoro, una in più che nel 2022.

Un tema di grande attualità

Il presidente provinciale dell’Anmil Aldo Di Biase ha diffuso una nota, evidenziando che la Giornata mondiale della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro del 28 aprile e la Festa dei lavoratori del 1° Maggio danno l’occasione per sollevare un tema, purtroppo, sempre di grande attualità nel nostro Paese e che vede migliaia di famiglie devastate per morti innocenti e sempre evitabili o per dover iniziare una vita diversa per i danni fisici e psicologici con i quali dovranno convivere per il resto della loro vita.

La Relazione annuale Inail

Nel 2021, secondo l’ultima Relazione annuale Inail, sono stati denunciati oltre 560.000 incidenti sul lavoro, di cui 1.361 mortali. “Un numero impressionante – nota il presidente del sodalizio – che ha proseguito a crescere anche nel 2022, con un aumento delle denunce di quasi il 30% rispetto all’anno precedente. I primi mesi del 2023 purtroppo non sono stati da meno: tra gennaio e febbraio di quest’anno sono stati denunciati oltre 86.000 infortuni, di cui 100 mortali. Nella nostra provincia in due mesi sono già state registrate 459 denunce di infortunio. Cifre che non possiamo ignorare nella loro pesantezza e gravità”.

L’allarme

Di Biase esprime “crescente preoccupazione” e chiede di “tornare a parlare con serietà anche della tutela delle vittime e delle loro famiglie, che spesso sembra essere poco considerata. Dietro i freddi dati su infortuni e malattie professionali ci sono infatti le storie personali di donne e uomini che, in un giorno di lavoro come tanti, hanno visto la loro vita cambiare per sempre e alle quali dovrebbe essere garantita la migliore tutela sia dal punto di vista delle prestazioni economiche, che da quella delle prestazioni sanitarie”.

Gli ultimi anni complessi

Gli ultimi anni, nota ancora il rappresentante di categoria, “non sono stati affatto facili per le politiche pubbliche, ma invalidi del lavoro e le loro famiglie non possono attendere oltre, considerato che la gran parte della normativa che regola le prestazioni a cui hanno diritto è contenuta in un Testo Unico del 1965, ormai non più al passo con la società ed il mercato del lavoro di oggi. Occorre riformare questa normativa, rivedere il sistema degli indennizzi per renderli più adeguati alla realtà odierna, ampliare la tutela e dare maggiore sostegno ai superstiti sia dal punto di vista economico che del diritto al lavoro”.
Il bilancio dell’Inail si chiude ormai sistematicamente da anni con oltre un miliardo di euro di avanzo, che vanno a confluire nelle casse dello Stato. Sarebbe auspicabile, insieme naturalmente ad investimenti in prevenzione, un miglioramento della tutela in favore degli assistiti e dei familiari superstiti.

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