S. MARIA LA FOSSA – Si torna a sparare nel Basso Volturno. Quattro colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro il portone dell’abitazione di Antonio Gravino, 37enne, titolare di un’agenzia di onoranze funebri. Il raid di piombo è avvenuto in via Marconi alle 23 circa di lunedì scorso. Sul caso indagano i carabinieri della stazione di Grazzanise.
Non è ancora chiaro se i malviventi, quando hanno premuto il grilletto, si trovassero in sella ad una moto o a bordo di un’automobile. Le telecamere di videosorveglianza installate nella zona saranno fondamentali per cercare di tracciare la dinamica dell’intimidazione e dare la caccia ai suoi autori.
Ipotizzare ora cosa abbia innescato gli spari è assolutamente prematuro. Gli investigatori non possono escludere alcuna pista: questioni connesse alla vita privata, eventuali scontri in ambito lavorativo o segnali dati dalla criminalità organizzata. Tutto al momento deve essere considerato.
Qualche anno fa, Gravino presentò denuncia nei confronti di altri due imprenditori pure attivi nel settore delle pompe funebri, ma originari dell’Agro caleno. Il suo rivolgersi agli inquirenti innescò un processo: i suoi colleghi, un 49enne e un 59enne, vennero accusati di concorrenza illecita ed estorsione. Gravino disse che era stato minacciato: nel 2019, stando al suo racconto, gli intimarono di non pubblicizzare la attività della sua agenzia funeraria nei paesi dove loro storicamente lavoravano: “Non hai capito che qui i funerali non devi venire a farli”, “Qui ci siamo noi, comandiamo e vogliamo fare il monopolio. Altrimenti andiamo fino fuori la chiesa e spariamo”: sono alcune delle frasi che gli imputati avrebbero riferito nei confronti del fossataro. Ma l’iter giudiziario di primo grado si è concluso nel 2021 con un verdetto di assoluzione a fronte della richiesta di condanna del pubblico ministero.
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