NAPOLI (mdr) – L’idillio è già svanito. Ed ora anche la segretaria dem si ritrova a sbattere contro una realtà più complessa del previsto. Il tentativo di Elly Schlein di unire le anime progressiste e di costruire un’alleanza stabile tra Pd e Movimento 5 stelle si sta rivelando un’impresa ardua, a fronte della “resistenza” di Giuseppe Conte, leader grillino, che punta a dettare l’agenda e non intende in alcun modo attuare un’intesa strutturale. L’ipotesi di rinunciare all’autonomia del Movimento, d’altra parte, non piace affatto a Conte, che ha convogliato su di sé tutto l’elettorato grillino e non vuole fare passi indietro rispetto ai propositi della Schlein, che confidava a sua volta di trovare rapidamente la quadratura del cerchio. La contestazione degli studenti universitari sul caro affitti a Roma è una prima prova delle difficoltà a cui va incontro ora il segretario del Pd, che ha ricevuto un’accoglienza dura dai ragazzi accampati sotto la Minerva, mentre per Conte il trattamento è stato decisamente più morbido. Un segnale di quanto l’area dem registri ancora uno scarso appeal sui territori, come tra l’altro accade in Campania, dove l’alleanza Pd-Movimento 5 stelle non è andata in porto in diversi Comuni al voto. E nelle città in cui i due partiti viaggiano insieme (Quarto, Scafati, Torre del Greco), Conte e Schlein non si sono mai incrociati lungo il cammino. In fondo, il gruppo dirigente del Pd è rimasto praticamente lo stesso di un tempo e l’aria di rinnovamento non ha trovato poi riscontro nei fatti. Lo scenario che tra l’altro attendeva da mesi anche il governatore Vincenzo De Luca, rimasto dietro le quinte ad attendere le prime crepe del muro eretto contro di lui per tornare subito al contrattacco e rintuzzare l’assalto dell’accoppiata composta da Gaetano Manfredi e Roberto Fico per raccogliere la sua eredità. A Roma, intanto, Piero De Luca conserva la poltrona di vicecapogruppo dem in Parlamento e ingaggia duelli col Governo, puntando il dito contro il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti riguardo al Trattato Mes. “I Paesi europei chiedono al governo italiano serietà, rispetto degli impegni sottoscritti da tempo e, dunque, una rapida ratifica di uno strumento che tutela la stabilità economico-finanziaria dell’intera eurozona”. E papà Vincenzo sorride, eccome.
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