Allerta caldo, ambulanze bloccate

Allerta caldo, ambulanze bloccate
Allerta caldo, ambulanze bloccate

CASERTA – Il caldo fa aumentare gli accessi ai posti di pronto soccorso (anche se spesso ingiustificati) e si acuisce l’annoso problema delle ambulanze bloccate negli ospedali per mancanza di barelle dove trasferire i pazienti (per questo alcuni nosocomi) si stanno organizzando con barelle aggiuntive). Lo rileva il responsabile del 118 Roberto Mannella, lanciando l’ennesimo appello a evitare di chiamare i soccorsi senza un motivo valido.  I malori favoriti dall’aumento delle temperature ci sono ma raramente rientrano nel “Codice calore” così come delineato dal ministero della Salute e che dà la precedenza per le visite rispetto ad altri casi. “Perché venga dichiarato il Codice calore – spiega il dirigente – si deve riscontrare una temperatura corporea alta associata a una sintomatologia cardiologica, neurologica o respiratoria ma sono casi rarissimi. Semmai il caldo è più frequentemente una concausa di malori, ma questi casi non rientrano nella fattispecie. Alcuni pazienti sostengono di rientrare nel Codice calore, ma in realtà non ne ricorrono le condizioni, per cui non possono pretendere un percorso dedicato e non possono passare avanti agli altri”. In definitiva, in questo periodo il 25% delle chiamate al servizio di emergenza 118 sono legate al caldo (in un anno gli allarmi totali sono 220mila e quelli giornalieri 300-400). 

Capita quindi che i mezzi siano insufficienti a fare fronte alle richieste e “a volte siamo costretti a inviare l’ambulanza senza medico o a farla arrivare da una postazione più lontana”

“I pazienti vogliono risposte immediate – dice Mannella – soprattutto il sabato e la domenica, quando non trovano il medico curante e non hanno risposta dalle strutture di continuità assistenziale (l’ex guardia medica, ndr) per cui si rivolgono agli ospedali. Molti di questi accessi si potrebbero quindi evitare se ci fosse una gestione oculata da parte dei pazienti, un confronto maggiore fra medici di continuità assistenziale, servizio 118 e ospedali”. A volte le richieste di soccorso al 118 vengono fatte “anche per avere esami medici immediati e gratuiti” e altre volte “ci chiamano denunciando una sintomatologia che poi, una volta che siamo intervenuti, si rivela inesistente”.   

Insomma, gli accessi impropri ai punti di emergenza (i casi meno gravi, contrassegnati dai codici bianco o verde) sono secondo Mannella il 70-80% del totale, e questo dato “ci impedisce di occuparci bene dei codici gialli e rossi, quelli caratterizzati da urgenza”. 

Il servizio 118 in provincia può contare su 22 ambulanze e 3 punti di primo soccorso (Psaut) situati a San Felice a Cancello, Capua e Teano, oltre alla centrale operativa. I medici sono una settantina sui mezzi e altri 20 nei Psaut (questa categoria è esonerata dal servizio in ambulanza). I problemi di organico non si risolvono perché le specialità di emergenza hanno perso attrattiva per i medici e i concorsi vengono spesso disertati. 

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