I giudici amministrativi confermano l’interdittiva antimafia alla ditta “Autoservizi Bizzarro”, guidata dall’imprenditore Salvatore Bizzarro (già presidente del consiglio comunale e patron del Marcianise Calcio). Con la sentenza 5188 del 2023 pubblicata in questi giorni, la prima sezione del Tribunale amministrativo regionale della Campania ha respinto il ricorso presentato dalla società contro la Prefettura di Caserta e l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (quest’ultima non costituita in giudizio) per l’annullamento del provvedimento della Prefettura del luglio 2021 che ha respinto la richiesta di iscrizione negli elenchi dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa (white list) e di altri atti. Al ricorso contro Prefettura e Autorità si sono uniti i dipendenti dell’azienda Francesco Cirillo e Raffaele Cutillo. La Prefettura ha ritenuto sussistente un quadro indiziario della presenza di possibili situazioni di condizionamento da parte di organizzazioni mafiose dell’attività della Autoservizi Bizzarro, derivante da rapporti con il clan Belforte. Cirillo e Cutillo sono intervenuti nella vertenza perché, in quanto dipendenti della società, rischierebbero, a causa del loro formale coinvolgimento nel provvedimento di diniego di iscrizione nelle white list, di perdere il proprio posto di lavoro se la società dovesse procedere a misure di self cleaning. Secondo la società, gli elementi a carico non bastano a giustificare l’interdittiva, ma i giudici hanno ricordato che per adottare questo provvedimento non occorre provare l’infiltrazione mafiosa, bensì soltanto la sussistenza di elementi dai quali sia deducibile il pericolo di ingerenza da parte della criminalità organizzata. In particolare, Cirillo, 49 anni, oltre ad avere precedenti penali, è fratello dell’ergastolano nonché affiliato di rilievo al clan Belforte con il ruolo di killer, Pasquale Cirillo, alias ‘o caprariello. Il 47enne Cutillo invece, pur essendo incensurato, è figlio di Paolo “Jack” Cutillo, fedelissimo di Raffaele Cutolo e considerato suo referente nell’area di Marcianise, rimasto ucciso nel 1986 a seguito di un conflitto a fuoco ingaggiato con gli agenti del commissariato di polizia Giugliano-Villaricca, insieme al suo fedelissimo Domenico Belforte che nella stessa circostanza invece fu tratto in arresto. Nella senttenza viene citato anche Salvatore Belforte, nipote dell’omonimo boss, che svolge servizio di portierato non armato, alle dipendenze di un istituto di vigilanza, presso il deposito della Autoservizi Bizzarro. Secondo i giudici del Tar, “l’inserimento a vario titolo presso le attività e le imprese del Bizzarro, socio unico della società ricorrente, di soggetti legati ad esponenti di spicco dei clan malavitosi riveste di per sé un carattere indiziario di spessore”.
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