BOSCOREALE – Una spallata che potrebbe rappresentare un colpo mortale per la cupola malavitosa che insiste alle pendici del Vesuvio. I carabinieri d di Torre Annunziata hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della direzione distrettuale Antimafia, nei confronti di ventuno persone, di cui tredici sottoposte alla misura della custodia in carcere e otto a quella degli arresti domiciliari, in quanto ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, dei delitti di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti nonché di vari reati-fine, commessi con metodo mafioso e con la finalità di agevolare le organizzazioni camorristiche denominate Pesacane e Gallo-Limelli-Vangone, operanti nei territori di Boscoreale e Boscotrecase.
Carcere per Giuseppe, Umberto, Francesco, Gabriele (detto Sandro) e Pasquale Pesacane; per Martire Santolo (detto Marettiello), Giuseppe Ranieri (alias Peppe ’o romano), Nicola Galise, Alessandro Carotenuto, Raffaele Solimeno (alias ’a capitana), Francesco Curcio, Francesco Caso (detto Verzetiello) e Pasquale Ferricelli.
Custodia ai domiciliari per Janani Azzeddine, Francesco Severino, Gennaro Russo, Ferdinando Cirillo. Giliberto Natale (detto Alberto ’o ferroviere), Pasquale Ingenito, Rosaria Vangone e Carmela Gallo, entrambe difese dall’avvocato Antonio Iorio del Foro di Torre Annunziata.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.
Gli indagati – in tutto ventinove – sono di Boscoreale, Boscotrecase, Torre Annunziata, Terzigno, Castellammare di Stabia e di Napoli.
Documentati diversi episodi di estorsione e di usura, con i ricavi che finivano sistematicamente nelle casse comuni delle cosche. Il core business dei clan era lo spaccio di stupefacenti tra il Piano Napoli, quartiere di edilizia popolare di Boscoreale, e piazza Vargas. I due clan avrebbero, secondo la Dda, stretto un patto di non belligeranza proprio in nome degli affari in comune.