Calcio Napoli, De Laurentiis ha abbandonato squadra e allenatore nel momento chiave della stagione

Da Laurentiis
Foto LaPresse

NAPOLI (Tommaso Barra) – Quel sogno tricolore è andato (quasi) in frantumi. Dopo una settimana trascorsa sulle ali dell’entusiasmo per la vittoria di Torino, il Napoli è crollato a Firenze. Con la Juventus a +4, grazie al blitz con ‘spinta’ a Milano contro l’Inter, gli azzurri sono incappati in una giornata nera al Franchi. La Fiorentina, in superiorità numerica dal 9′ per il rosso diretto a Koulibaly, ha riportato i partenopei sulla terra. Squadra, allenatore e pubblico avevano ambito a scucire lo scudetto dal petto della Vecchia Signora. Non è stato così. Perché i bianconeri sono più forti, in tutto.

De Laurentiis, dove sei?

Il presidente del Napoli è sparito dai radar. Mentre la sua squadra espugnava il fortino della Juventus, Aurelio De Laurentiis si limitava a poche battute di felicità. Quanta non è dato saperlo. Ma una vittoria come quella dell’Allianz Stadium avrebbe meritato ben altro seguito. Invece, il Napoli si è confermato un club disastroso dal punto di vista dirigenziale. Nessuno, in settimana, si è preoccupato di ‘caricare’ l’ambiente e di mettere pressione agli altri. Cristiano Giuntoli è un direttore sportivo ‘fantasma’, ma il produttore romano ne sta assumendo tutti i contorni. I tifosi, non a caso, si scagliano contro di lui nei momenti più bui. Perché questi sono tali per i calciatori, per Maurizio Sarri, per il pubblico. Non per lui.

Obiettivo già raggiunto e squadra lasciata sola

D’altro canto, quello dello scudetto era uno ‘sfizio’, il sogno di una vita solo per la squadra e la guida tecnica. De Laurentiis, il suo obiettivo, l’ha già raggiunto da un pezzo. La qualificazione in Champions League, con una cinquantina di milioni già assicurati alle casse della società. Che non si sia vinto il tricolore, poco importa. Basti paragonare le scenette in tribuna autorità tra Milano e Firenze. A San Siro era presente tutta la Juventus. Da Agnelli a Paratici, da Nedved a Marotta. Mancavano solo i magazzinieri di Vinovo, in pratica. Al Franchi, invece, il deserto. La squadra e l’allenatore sono stati lasciati soli nella lotta a Cerbero. Le due ridicole sessioni di mercato che avrebbero dovuto rafforzare questo gruppo, poi, ne sono una dimostrazione ancor più palese.

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