NAPOLI – Omicidio di Francesco Pio Maimone,ucciso nella movida a Mergellina per una scarpa sporca: la squadra mobile chiude il cerchio delle indagini. E all’alba esegue un’ordinanza di custodia cautelare per i presunti complici di Francesco Pio Valda, fermato il 21 marzo. Ieri sono stati arrestati e condotti in carcere Salvatore Mancini, 22 anni, Giuseppe Perna, 26 anni, Pasquale Saiz, 22 anni e Rocco Sorrentino, 24 anni. Ai domiciliari Giuseppina Valda, 23 anni (sorella di Francesco Pio), Giuseppina Niglio, 74 anni (nonna di Francesco Pio) e Alessandra Clemente, 26 anni. Abitano tutti nel quartiere di Barra. La Procura li ritiene indiziati, a vario titolo, di detenzione di armi comuni da sparo e favoreggiamento, reati aggravati dalle modalità mafiose previste dall’articolo 416 bis. Il provvedimento è stato emesso dal gip presso il Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Secondo gli inquirenti, sono le persone che aiutarono Francesco Pio Valda a eludere le investigazioni, anche occultando l’arma da fuoco dopo il delitto. L’omicidio del 19enne nella notte del 20 marzo sul lungomare. Dagli uffici della questura fanno sapere che gli accertamenti hanno permesso di accertare che nei pressi di uno chalet in via Caracciolo si erano affrontati due gruppi di giovani a seguito di una lite per futili motivi. Uno dei partecipanti alla lite, individuato in Francesco Pio Valda, nell’allontanarsi dal luogo avrebbe estratto una pistola esplodendo diversi colpi d’arma da fuoco, uno dei quali ha ucciso il diciannovenne, risultato totalmente estraneo alla vicenda. Per tale evento Valda il 21 marzo è stato arrestato in esecuzione di un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Valda è figlio di Ciro Valda, ritenuto affiliato al Clan Cuccaro e deceduto in un agguato di camorra nel 2013. L’attività investigativa successiva ha fatto emergere elementi a carico delle persone fermate ieri, che a vario titolo, dopo che fu commesso l’omicidio, avrebbero aiutato il ventenne ad eludere le investigazioni, anche occultando l’arma da fuoco. Giuseppina Niglio e Giuseppina Valda sono difese dall’avvocato Antonio Iavarone. Giuseppina Valda era stata arrestata venerdì per truffa a Salerno e la misura cautelare ieri è stata notificata nel carcere Fuorni. Alessandra Clemente è rappresentata dall’avvocato Carlo Ercolino. Per i quattro condotti al carcere di Secondigliano gli interrogatori di garanzia si svolgeranno questa mattina. Non ancora fissata la data per le persone ai domiciliari.
Il ventenne fuggito a casa della nonna a Barra
La Procura traccia i ruoli, che gli indagati avrebbero avuto dopo l’omicidio in via Francesco Caracciolo nella notte del 20 marzo.
Tutto scritto nero su bianco nell’ordinanza cautelare, che ieri ha portato all’arresto di sette persone.
Pasquale Saiz, Giuseppe Perna, Alessandra Clemente e Giuseppina Valda avrebbero fornito a Francesco Pio Valda un “supporto immediato, consentendogli di allontanarsi dal luogo dell’omicidio e di disfarsi dell’arma utilizzata”.
Salvatore Mancini si sarebbe attivato la notte successiva: avrebbe accompagnato il ventenne in un posto sicuro e avrebbe provveduto alle due esigenze.
I reati sono aggravati dalla modalità mafiosa. Gli inquirenti spiegano perché: hanno ricostruito un contesto criminale riconducibile al clan Aprea, che opera nel quartiere di Barra. La famiglia Valda è ritenuta vicina agli Aprea.
Le indagini della squadra mobile si basano sui filmati delle telecamere e sulle dichiarazioni raccolte in via Caracciolo.
Quella sera Francesco Pio Valda, dopo una lite per futili motivi, sarebbe stato colpito con un calcio sferrato da un ragazzo. Subito dopo avrebbe estratto la pistola, che deteneva illegalmente per sparare e colpire Francesco Pio Maimone, che era poco più avanti insieme a un altro gruppo di ragazzi. Insomma il 19enne era estraneo alla lite. Ancora dopo Valda si sarebbe allontanato a piedi, per rifugiarsi a casa della nonna (stando a quanto emerge dalle intercettazioni telefoniche). Poi si sarebbe reso irreperibile per qualche ora.
Ascoltati anche gli amici di Maimone: arrivati in macchina davanti agli chalet. Mentre sorseggiano un drink, un ragazzo sul lato opposto della strada impugna una pistola e spara tre, quattro volte. Tre giovani hanno appena rimproverato un ragazzo seduto ai tavoli insieme ad amici, che si è alzato e avvicinato al bancone per ordine da bere, ma ha calpestato una scarpa di Valda. Sarebbe bastato questo. Maimone colpito da un proiettile al petto, cade e sviene. Gli amici gli aprono il giubbotto. Perde sangue. Chiamano i soccorsi. Ma sono inutili.
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