Tentato omicidio, porto di arma comune da sparo. Sono queste le accuse con le quali Alberto Maravolo è stato arrestato dagli agenti di polizia e rinchiuso nel carcere minorile di Nisida. Appena maggiorenne, all’epoca dei fatti contestati, avvenuti nella notte del 15 ottobre scorso, l’indagato era ancora 17enne.
Secondo le accuse, il giovane ha esploso alcuni colpi d’arma da fuoco all’indirizzo dell’auto Fiat 500 condotta dalla vittima ferendola alla mano sinistra e di striscio alla gamba sinistra, incurante del fatto che a bordo della vettura fossero presenti anche donne e bambini. Le indagini svolte da parte della Terza Sezione Squadra Mobile, guidati dal funzionario Luigi Vissicchio e coordinati dal capo Alfredo Fabbrocini, hanno consentito di acquisire numerosi elementi indiziari a carico dell’indagato.
Sembrerebbe che il giovane si sia presentato spontaneamente al penitenziario per i minorenni di Nisida, dopo che gli investigatori si erano recati nell’abitazione di San Giovanni a Teduccio per notificare l’ordinanza di custodia cautelare, senza rintracciare, però, l’indagato. Venuto a conoscenza della visita delle forze dell’ordine, il 18enne si è recato nel carcere minorile in attesa di giudizio.
Il ferito, invece, è di Barra. Medicato in ospedale, non è in pericolo di vita. I medici sono riusciti a riattaccargli un dito che si era staccato a causa di una delle pallottole esplose, sempre secondo le ipotesi investigative, da Alberto Maravolo.