CASTELVOLTURNO – Lo spaccio di droga e le estorsioni rappresentano solo una parte dei business illegali gestiti dai Bidognetti: i riferimenti della cosca di Cicciotto ‘e mezzanotte sul Litorale, infatti, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, avrebbero investito denaro anche nell’usura. Fino alla data del suo arresto, chi organizzava a Castelvolturno tutti questi affari, affermano gli investigatori, è stato Nicola Sergio Kader, capozona della cosca, già condannato in primo grado per mafia e marito di Francesca Carrino (nipote della collaboratrice di giustizia Anna).
I militari dell’Arma, indagando sulla riorganizzazione del gruppo mafioso guidato dal carcere (almeno fino a due anni fa) da Gianluca Bidognetti (figlio di Cicciotto e di Anna Carrino), hanno acceso i riflettori anche su alcune attività commerciali riconducibili proprio a Kader. Abbiamo già scritto nei mesi scorsi del ‘Re della Graffe’. Oggi, ripercorrendo il lavoro svolto dai carabinieri, ne aggiungiamo un altro: ‘Supermercato Il Porto’. Un suo dipendente, Vincenzo Colonnese, stando a quanto ipotizzato dai militari, sarebbe uno dei principali uomini di fiducia di Kader. Colonnese, ritengono i carabinieri, oltre ad avere il compito di veicolare pagamenti a persone legate al narcotraffico per conto del gruppo Bidognetti, avrebbe anche partecipato alla raccolta dei proventi di tale business. Gli investigatori ipotizzano che questo denaro confluisse nel negozio sia per custodirlo sia per riciclarlo rapidamente.
Dalle intercettazioni, inoltre, sarebbe emerso che Colonnese si era attivato, su input di Francesca Carrino, quando Kader venne arrestato nel 2021 (dai carabinieri di Casale per intralcio alla giustizia), di raccogliere il denaro proveniente dall’usura.
Alcune delle vittime che ricevevano prestiti a strozzo si sarebbero recate personalmente nell’attività commerciale per consegnare i soldi che aveva ricevuto in prestito.
Questa ricostruzione fatta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Aversa è parte dell’inchiesta che nel 2022 ha portato a 34 misure cautelari, e per 26 delle persone che vennero ammanettate è già arrivata anche la condanna in primo grado. Tra gli imputati ritenuti colpevoli c’è proprio Kader. La moglie, invece, è stata assolta (era accusata di ricettazione). Da questa indagine verosimilmente si dipaneranno altri filoni investigativi che punteranno a fare ulteriormente luce sulle attività criminali dei Bidognetti e degli Schiavone in provincia di Caserta. Colonnese non è tra le persone trascinate a processo dal blitz del 2022, e per quanto sappiamo, non è indagato, va ritenuto innocente fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile. Quanto sostenuto dai carabinieri, inoltre, rappresenta un’ipotesi investigativa e il prosieguo dell’inchiesta potrebbe anche rivelare che non abbia basi solide.
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