Minacce di morte a un imprenditore, nei guai uomo dei Casalesi

CASAL DI PRINCIPE – Minacce e violazione della sorveglianza speciale: sono i due reati che la Procura di Santa Maria Capua Vetere contesta a Carlo Corvino, 54enne, già condannato per associazione mafiosa ed estorsione. E per le due nuove condotte di cui si sarebbe reso protagonista, il pubblico ministero Valentina Santoro ha disposto per lui il decreto di citazione a giudizio.
Il processo prenderà il via dinanzi al Tribunale di S. Maria Capua Vetere a settembre.
Corvino, stando a quanto ricostruito dall’accusa, avrebbe minacciato di morte un imprenditore di Casal di Principe. Come? Mimando il tipico gesto di prendere la pistola dietro la schiena, avrebbe rivolto alla vittima queste parole: “Se fai fare un’altra palata con l’escavatore e uccido prima te e poi tuo figlio”. E pronunciate queste frasi, sarebbe poi saltato sul trattore sfilando un oggetto a pistola che teneva nella cintura dei pantaloni per poi allontanarsi. Questo sarebbe accaduto il 15 settembre di due anni fa.
Corvino, dice la Procura, si è reso responsabile anche di aver violato la misura di pubblica sicurezza a cui era sottoposto. Non poteva muoversi da Casal di Principe ed invece nel giorno della minaccia si era recato in via Diaz a Cancello Arnone. Il 54enne in relazione a queste contestazione è da ritenere innocente fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.
Carlo Corvino venne arrestato nel 2013 perché ritenuto essere uno dei fiancheggiatori del boss Franco Letizia, divenuto, all’epoca, reggente del gruppo Bidognetti dopo la cattura di Giuseppe Setola. Il casalese si sarebbe preoccupato di provvedere ai bisogni di Letizia mentre si nascondeva in un’abitazione di San Cipriano D’Aversa.
Nel 2022 la Cassazione ha confermato per Corvino la misura della sorveglianza speciale per 3 anni con obbligo di soggiorno (quella che avrebbe violato recandosi senza autorizzazione a Cancello Arnone e minacciare l’uomo d’affari di Casale) perché lo ritenne ancora socialmente pericoloso. Una pericolosità dettata, misero nero su bianco gli ‘ermellini’, per i suoi trascorsi nel clan dei Casalesi. E nella cosca avrebbe svolto il ruolo di raccogliere i soldi provenienti dalle estorsioni ai danni degli esercizi commerciali, condotte che gli sono costate una condanna complessiva (che ha già scontato) a 14 anni di reclusione. Ad assistere Corvino è l’avvocato Ferdinando Letizia.

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