GERUSALEMME (Rita Sparano) – Raffica di polemiche su Abu Mazen. Il presidente palestinese ha attirato l’indignazione del mondo ebreo per alcune dichiarazioni shock sulla Shoah, pronunciate durante il Consiglio che si è tenuto a Ramallah. In diretta tv, nel corso di un discorso di 90 minuti, il leader ha definito lo Stato ebraico un “prodotto coloniale” britannico, negando in questo modo qualsiasi relazione fra gli ebrei e la terra di Israele.
Il discorso di Abu Mazen
Il leader palestinese, nel discutere dell’antisemitismo e delle persecuzioni che gli ebrei hanno subito in Europa nel corso dei secoli, ha dato una spiegazione tutta sua. “Perché questo è accaduto?”, si è interrogato. “Loro dicono: È perché siamo ebrei’. Bene – riporta la Bbc – vi porterò tre ebrei, con tre libri, che dicono che l’odio verso gli ebrei non è causato della loro identità religiosa, ma dalle loro funzioni sociali. È un problema differente. Quindi la “questione ebraica”, che era diffusa in tutta Europa, non era diretta contro la loro religione, ma le loro mansioni sociali, legate all’usura, all’attività bancaria e simili”. Sempre secondo la Bbc, Mazen si è anche espresso contro gli Askenazi che, ha detto, non hanno alcun rapporto con i popoli semiti”.
La reazione di Israele
Immediata la risposta del premier israeliano Benyamin Netanyahu, che ha definito Abu Mazen come un “antisemita e patetico“. Non usa mezzi termini anche il ministero degli affari esteri israeliano, secondo il quale Mazen si è espresso “in una maniera che può essere definita solo come antisemita e negazionista della Shoah”, afferma il ministero, che dice di respingere “con disgusto” le dichiarazioni fatte dal presidente palestinese. Le frasi pronunciate da Abu Mzen “accusano gli ebrei del desiderio di distruggere se stessi”, nell’uso di “stereotipi ed accuse proprie del lessico del classico antisemitismo”. Ironico invece il commento del vicepremier israeliano Michael Oren, che in un tweet ha detto di Abu Mazen: “Quello sì che è un partner per la pace”.