Abuso d’ufficio, indagato il sindaco di Casapesenna Marcello De Rosa

Al primo cittadino uscente e vicepresidente della Provincia di Caserta viene contestata l’ipotesi di abuso d’ufficio. La Procura: ha votato in giunta la richiesta di cambio di destinazione di un immobile di cui è comproprietario.

Marcello De Rosa
Marcello De Rosa

Non avrebbe dovuto votarla, e invece l’ha fatto. E per il suo sì espresso in giunta, il primo marzo 2019, alla delibera numero 21, Marcello De Rosa, sindaco uscente di Casapesenna e vicepresidente della Provincia di Caserta, è stato messo sotto inchiesta dalla Procura di Napoli Nord. Al primo cittadino, il pubblico ministero Paola Izzo contesta il reato di abuso d’ufficio. L’atto a cui ha dato, secondo l’accusa, illegalmente il suo sì, riguarda un’istanza presentata dal fratello e architetto Raffaele De Rosa: chiedeva all’esecutivo di accogliere il cambio di destinazione di una particella, di cui il sindaco è comproprietario.

Come si sarebbe concretizzato il presunto abuso d’ufficio? Marcello De Rosa, nello svolgimento delle sue funzioni di presidente della giunta comunale, ritiene il magistrato, ha omesso di astenersi dal votare l’istanza del germano, in presenza di un interesse proprio, procurando a sé, intenzionalmente, un ingiusto vantaggio patrimoniale.

L’istanza del De Rosa architetto veniva acquisita al protocollo del Comune il 30 gennaio di cinque anni fa.Eesaminata dai tecnici, ha ricostruito la Procura di Napoli Nord guidata da Maria Antonietta Troncone, venne dichiarata non accoglibile sotto il profilo tecnico-urbanistico. Questo in quanto contraria all’interesse pubblico e alle considerazioni generali poste alla base del piano. Valutazione che non fermò l’esecutivo dal votarla ugualmente.

Raffaele De Rosa, più precisamente, con quel documento chiedeva che la particella 278, con le sue pertinenze di terreno, venisse destinata totalmente in zona B in luogo della destinazione in parte in zona A e in parte in zona B assegnata dalla previsione del Puc. L’assegnazione alla zona A precludeva di beneficiare degli ampliamenti fino al 20 percento in deroga agli strumenti urbanistici, ammessi invece rispetto alle zone classificate in area B.

Insomma, ottenendo il passaggio dell’area interamente a B, questa la tesi della Procura, avrebbe potuto procedere all’ingrandimento delle costruzione (ereditata dal sindaco e da altri familiari) già presente. Ed è in questo modo, sostiene il pm Izzo, che si sarebbe procurato un ingiusto vantaggio attribuendo all’immobile una classe urbanistica superiore rispetto a quella spettante in base al piano regolatore vigente.

Adottata dalla giunta la delibera che conteneva l’istanza presentata dall’architetto, a luglio dell’anno successivo, ha documentato la Procura, veniva presentata istanza di rilascio del permesso di costruire per eseguire azioni di ampliamento dell’immobile presente sulla particella che era stata passata in area B.

Il sostituto procuratore Izzo ha dichiarato conclusa l’indagine preliminare su questa vicenda ad aprile (noi ne siamo venuti a conoscenza ieri) ed ora valuterà se avanzare o meno richiesta di rinvio a giudizio per il sindaco uscente. Logicamente, Marcello De Rosa è da ritenere innocente fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile. Non è da escludere che il pm possa decidere di fermare l’inchiesta. O che, invece, nel possibile iter giudiziario che innescherà, il primo cittadino possa dimostrare la sua estraneità rispetto all’accusa che viene contestata. Abbiamo chiesto un commento al sindaco sull’indagine, ma, almeno per ora, ci ha fatto sapere che preferisce non intervenire.

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