Camorra a Napoli, quattro giovanissimi nella “cupola” del clan De Micco

Nell’organizzazione egemone a Ponticelli si registra una frattura. I ‘fedelissimi’ del boss non apprezzano i nuovi assetti. Con il capocosca e gli ex reggenti in cella avanzano i baby criminali.

Marco De Micco e Ciro Naturale
Marco De Micco e Ciro Naturale

La cosca dei De Micco vacilla. Il motivo risiede nel fatto che i ‘fedelissimi’ del boss Marco De Micco (in carcere per l’omicidio di Carmine D’Onofrio) non apprezzano il nuovo assetto dell’organizzazione criminale. Assetto che vede ai vertici del clan un gruppo di giovanissimi. Sarebbero in quattro e avrebbero, di fatto, le redini del sodalizio nelle mani. Una sorta di guanto di sfida per chi è sempre stato al fianco del capoclan e ha affrontato le tante stagioni di sangue per conto dei De Micco.

I ‘colonnelli’ della cosca si sentono messi da parte. Quasi esclusi. Un ricambio generazionale che accomuna la cosca egemone a Ponticelli con la maggior parte del clan napoletani. Anche in altre zone i vecchi boss sono ormai alla frutta. Le nuove leve avanzano a velocità sostenuta. E lo fanno, anzitutto, con le dimostrazioni di forza eclatanti. ‘Stese’, aggressioni, rapine violente. Sono tutti modi per mostrarsi all’altezza della situazione e scalare le gerarchie criminali.

E così molti dei profili che hanno fatto la storia dei De Micco, in questo periodo hanno fatto un passo indietro. Non sono fuoriusciti dal clan, ma l’impegno profuso per le sorti dell’organizzazione è nettamente inferiore al passato. Un aspetto che rende i De Micco più deboli. E già perché, senza l’apporto dei ‘fedelissimi’, il clan potrebbe vivere una vera e propria crisi dovuta anche ad attacchi provenienti dall’esterno. Il ricambio generazionale è avvenuto in seguito all’arresto di Ciro Naturale, già provato dall’agguato subito poche settimane prima della cattura.

Siamo nell’estate dell’anno scorso. A inizio luglio un commando di fuoco prova ad ammazzare Naturale, alias Mellone, ritenuto braccio destro del superboss Marco De Micco, nonché reggente del clan. Naturale riesce a scampare alla morte. Torna a casa, dopo una lunga convalescenza, e si allontana dalle dinamiche dell’organizzazione malavitosa per riprendersi al meglio fisicamente e non solo. A metà settembre scattano le manette.

Naturale è accusato di aver progettato (ma non portato a termine grazie alla cattura) un agguato nei confronti del gestore di una piazza di spaccio di Ponticelli. Una questione di soldi. Da allora, il clan De Micco cambia pelle. Agli uomini si sostituiscono i giovani. I ragazzi, che però sono ancora più spietati degli ‘adulti’. Vogliono tutto e lo vogliono subito. Così dichiarano guerra a destra e a manca. Ma l’ordine dall’alto è quello di mantenere un profilo basso.

I giovani, però, proseguono sulla propria strada. Fino a inimicarsi la vecchia guardia del clan. Oggi a Ponticelli il clan De Micco rappresenta ancora la cosca principale, quella egemone. Ma dalle parti del Rione De Gasperi è data in ascesa una nuova formazione criminale guidata da un uomo imparentato con i D’Amico del Parco Conocal, scarcerato di recente dopo una lunga detenzione. Il nuovo boss avrebbe messo nel mirino proprio i De Micco, riuscendo a strappare ai Bodo (soprannome del boss Marco De Micco) numerose piazze di spaccio.

Si arriverà a uno scontro o nuovi equilibri e confini saranno stabiliti a tavolino? A girarsi indietro, storia criminale recente alla mano, il timore è che Ponticelli possa ripiombare in una nuova stagione di sangue. Nel frattempo i rivali di sempre, i De Luca Bossa, appaiono ridimensionati dalle ultime inchieste della Direzione distrettuale antimafia. Insomma, il nemico – per i De Micco – è in casa.

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