Milano, 4 mag. (LaPresse) – Dal primo pomeriggio del 2 maggio risultano dispersi nell’Atlantico due navigatori italiani, Aldo Revello e Antonio Voinea, che stavano rientrando in Mediterraneo dai Caraibi a bordo dell’imbarcazione a vela ‘Bright’, Beneteau Oceanis Clipper 473. A darne notizia su Facebook è un amico dei due navigatori e giornalista, Andrea Riscassi. “Dopo la prima parte della traversata senza alcun problema e una breve sosta alle Azzorre, sono ripartiti verso Gibilterra sabato 28 aprile – spiega Riscassi – il meteo era buono e la traversata tranquilla”. “Il 2 maggio – continua – le centrali operative hanno ricevuto l’allarme dall’Epirb del Bright, alle 13.48, e da allora ogni successivo tentativo di contatto satellitare è stato vano. Sembrerebbe che l’Epirb abbia trasmesso per solo un ciclo e poi più nulla. La macchina dei soccorsi è già in moto e la Guardia Costiera portoghese sta inviando navi e aerei da ricognizione sulla zona”.
Sono in corso le ricerche di ‘Bright’ uno sloop di 14,70 metri che avrebbe lanciato un allarme Epirb a 300 miglia dalle Azzorre. Secondo quanto pubblicato dalla testata portoghese Açoriano Oriental un aereo C-295 dell’Aeronautica Militare portoghese, la corvetta António Enes, due navi mercantili e un peschereccio sarebbero alla ricerca di una imbarcazione battente bandiera italiana di cui si sono perse le tracce circa 330 miglia nautiche a Est di Sao Miguel, alle Azzorre, continua ancora il giornalista. In base a quanto è stato comunicato dal Centro di ricerca e soccorso marittimo di Ponta Delgada (MRCC), il segnale d’allarme sarebbe stato inviato con l’Epirb mercoledì 2 maggio alle 13.48 ora locale. La fonte del Centro di ricerca e soccorso marittimo di Ponta Delgada avrebbe dichiarato che nell’area di ricerca “sono stati trovati tre giubbotti di salvataggio, ma non c’è nessuna evidenza che appartengano all’imbarcazione scomparsa”.
“Conforta – aggiunge Riscassi – il fatto che le condizioni meteorologiche sono tutt’altro che proibitive, con venti deboli e mare calmo. La speranza è che l’allarme sia stato lanciato per errore. Le ricerche proseguono in un’area di 300 miglia nautiche quadrate”.