Fucci sul Litorale e Schiavone a Casale, sfida al clan Bidognetti

CASAL DI PRINCIPE – Ancor prima di Emanuele Libero Schiavone, a sfidare i Bidognetti è stato Antonio Fucci, alias ‘Mano mozza’. Dopo la scomparsa del figlio, avvenuta nell’ottobre 2020 per un incidente stradale, stando a quanto emerso nelle indagini condotte dalla Dda di Napoli, si impegnò a contrastare la cosca. A spingerlo, secondo quanto riferì qualche anno fa agli inquirenti un giovane di Arzano, compagno della figlia di Fucci, sarebbe stata la volontà di dichiarare guerra a tutti quelli che si dedicavano al business della droga, e sul Litorale significava andare a scontrarsi con i Bidognetti. In questa battaglia, Fucci e le persone che lo avevano affiancato si sono lasciati andare, secondo la Procura, a condotte criminali come estorsioni, detenzione di armi e sequestri di persona. Le scorribande di ‘Mano mozza’ sul Litorale, che creavano problemi agli affari dei Bidognetti, arrivavano alle orecchie anche di Gianluca Bidognetti ‘Nanà’, figlio di Cicciotto e capo della cosca, mentre era recluso nell’alta sicurezza del carcere di Terni (non era ancora al 41 bis).
Nel corso di un colloquio con la zia Emiliana Carrino, ex moglie di Giosuè Foretto, ritenuto esponente di spicco del gruppo mafioso, e sorella della mamma, Anna (la collaboratrice di giustizia e già consorte di ‘Cicciotto’), ‘Nanà’ si lasciava andare (era il 2021) a un commento forte riguardante i colpi subiti dal suo gruppo che gli stava assestando proprio Fucci: “Le figure di m… sono troppe, zia. Sono troppe”. Ma lui in quelle condizioni non poteva fare nulla: “Io ho lo specchio davanti: con quello te lo puoi prendere e con quello te la prendi. […] Io questo film lo ho già visto, tieni i mani”.
Come è successo per le recenti tensioni con gli Schiavone, l’intervento tempestivo dei carabinieri ha evitato che lo scontro degenerasse in una faida: a febbraio di due anni fa Fucci è stato arrestato e a maggio dello stesso anno c’è stata una retata che ha indebolito notevolmente il gruppo che inneggiava a Cicciotto e mezzanotte. Gli attriti che si sono verificati però non si cancellano con gli arresti. Al ritorno in libertà dei protagonisti dello scontro o dei loro colonnelli c’è il rischio che le tensioni riprendano forza. E se questo scenario dovesse trasformarsi in realtà, ora sul territorio casertano i Bidognetti non avrebbero più solo Fucci da fronteggiare, ma anche il figlio del capoclan Francesco Sandokan Schiavone. Con Emanuele Libero lo scontro è iniziato in relazione alla contesa dell’affare droga a Casal di Principe.

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