Santa Maria Capua Vetere, violentato in carcere: a giudizio il compagno di cella

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Prima la denuncia del garante dei detenuti, poi un’interrogazione parlamentare, il tutto per tenere accesi i riflettori su un presunto caso di violenza sessuale, avvenuto nel luglio 2022 nel carcere ‘Francesco Uccella’, e sulla regolarità dei protocolli sanitari attivati dopo la denuncia della vittima.
La vittima, un detenuto, trovò il coraggio per raccontare alla polizia giudiziaria nome e cognome dell’aggressore, un suo compagno di cella. Inizialmente gli inquirenti, sulla base degli accertamenti che fecero gli investigatori, chiesero l’archiviazione del caso. La persona offesa, rappresentata dall’avvocato Domenico Pigrini, si oppose a quella scelta, e il giudice per le indagini preliminari dispose un supplemento investigativo che ha portato la Procura, nei giorni scorsi, a chiedere il rinvio a giudizio per chi avrebbe violentato il detenuto.
A seguito della denuncia dell’episodio, rilanciata anche da Emanuele Belcuore, all’epoca garante de detenuti della provincia di Caserta, per diverso tempo venne negato il trasferimento in un altro penitenziario a chi sarebbe stato vittima di violenza, mettendo quest’ultimo nella difficile situazione di poter incontrare l’ipotetico aggressore in carcere. Il caso attirò l’attenzione della parlamentare Anna Bilotti, che nel settembre del 2022 presentò un’interrogazione a risposta scritta al ministro della Giustizia e al ministro della Salute. Nel suo intervento, Bilotti evidenziò che la vittima era stata sottoposta a una visita medica di routine, incompatibile con il rigoroso protocollo che avrebbe dovuto essere applicato in tali circostanze: “Nessun trasferimento al pronto soccorso, nessuna visita medico-legale, nessun esame per epatite e Hiv”.
A dicembre si terrà l’udienza preliminare dinanzi al tribunale sammaritano, che servirà a far chiarezza su questo caso. Una storia tragica che annovera tra i suoi cruenti episodi anche il tentato suicidio della vittima: “Ero morto dentro. Non avevo più nulla”, scrisse il detenuto in una lettera. Se adesso c’è la possibilità che venga fatta giustizia è anche grazie all’attenzione che diedero alla vicenda la garante dei detenuti, la parlamentare Bilotti e agli articoli di Cronachedi che dedicò alla triste vicenda.

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Uno degli articoli di Cronachedi sulla vicenda

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