Regionali. Meloniani e forzisti sparano nomi, ma alla fine deciderà solo Roma

Le urne in Campania si avvicinano. Centrodestra a caccia del leader

CASERTA – L’ipotesi di convocare le urne per scegliere il nuovo governatore della Campania e i membri del consiglio regionale nel 2026 e non nel 2025 sembra gradualmente perdere forza. L’idea alla base di questo slittamento era quella di consentire il voto in primavera; tuttavia, visto che nel 2020, a causa dell’emergenza coronavirus, le elezioni si erano tenute a settembre e per non accorciare il mandato di chi era stato eletto, si era pensato di prolungare la vita amministrativa dell’attuale consiglio e del presidente della giunta. Ora pare che questa volontà lascerà spazio ad altre strategie che dovrebbero portare gli elettori al voto entro il 2025. Cosa significa questo? Che è ora di iniziare seriamente a parlare di candidature. Prende il via il ‘toto-nomi’. Quanto è incisivo questo gioco nelle decisioni finali? Probabilmente poco, ma permette di comprendere le strategie dei grandi elettori e le ambizioni dei politici. Alla fine, però, deciderà Roma, con buona pace delle volontà locali. Incideranno sicuramente le influenze che i campani avranno nei salotti della Capitale, ma le candidature si intrecceranno con un disegno più ampio di spartizione nazionale delle candidature.

Consapevoli di questo, nel centrodestra si è iniziato a giocare al ‘lancio’ dei nomi. Recentemente, Antonio Iannone (nella foto a sinistra), senatore ed esponente di Fratelli d’Italia, ha lanciato la volata al collega di partito e viceministro Edmondo Cirielli (nella foto a destra). Ha chiarito che l’obiettivo è quello di trasferire, com’è stato a livello nazionale, il buon governo di Giorgia Meloni anche alla Regione Campania. Chi sarebbe il finalizzatore di questa intenzione per la Campania? Per Iannone, Fratelli d’Italia è pronta a mettere a disposizione la candidatura come governatore, appunto, di Cirielli, ritenuto, per i requisiti che possiede, vincente e capace.
Come detto, è un ragionamento che dovrebbe coincidere con i desideri di Lega e Forza Italia e, soprattutto, da inserire nelle scelte di candidature anche in altre realtà territoriali. Insomma, questioni di incastri complessi.

Questo passo avanti di Iannone ha suscitato la reazione di Fulvio Martusciello che, stando ai rumors, ambiva e ambisce, sotto traccia, alla carica di governatore. La proposta di Iannone è stata definita dall’europarlamentare berlusconiano come “legittima” e che “fa chiarezza” in casa Fdi. Perché è un intervento, ha chiarito Martusciello, che elimina dal tavolo le proposte di altri esponenti meloniani i cui nomi erano circolati e che, probabilmente, sono stati ritenuti meno forti.

Appare confuso e magmatico pure lo scenario elettorale in casa centrosinistra. Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, vorrebbe togliersi il peso di guidare una delle città più belle e complicate d’Italia per andare a Palazzo Santa Lucia, trovandosi in mano le redini di un’istituzione che gli darebbe, probabilmente, meno problemi. Potrebbe essere lui il nome dell’area progressista in un’eventuale alleanza con il Movimento 5 Stelle, a cui poi contraccambierebbe il sostegno puntando e facendo puntare a chi è a lui vicino (e a Napoli sono in tanti) su un grillino per la corsa alla fascia tricolore della città partenopea (tra gli indiziati c’è Roberto Fico). Ma non bisogna sottovalutare Vincenzo De Luca. L’attuale governatore vuole il terzo mandato e lo vorrebbe con il sostegno del Partito Democratico. Una partita apertissima che, come per il fronte opposto, sarà decisa da Roma.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome