L’intervista. Cangiano: “Lo scalo di Grazzanise ostacolato dal centrosinistra”

Il deputato di Fdi: “Progetto nato con Rastrelli e frenato da Bassolino e De Luca”

CASERTA – Il sistema infrastrutturale campano è ancora molto lontano dall’eguagliare quello delle Regioni del Nord. Non sembra che dall’insediamento del nuovo governo le prospettive siano molto cambiate. Pensiamo al perdurante stallo del progetto dell’aeroporto di Grazzanise mentre a Pontecagnano tutto sembra filare liscio.

Un progetto, quello dello scalo casertano, che rappresenterebbe una enorme opportunità di sviluppo per le province di Napoli e di Caserta. Che decongestionerebbe il traffico a Capodichino, agevolerebbe il flusso delle merci che arrivano al porto di Napoli e rilancerebbe l’economia della provincia, attirando investimenti e creando nuovi posti di lavoro. Per non parlare del progetto del porto turistico di Castelvolturno, anche questo al palo.

Da anni Cronache denuncia l’assenza della politica e delle istituzioni di ogni livello. Nei giorni scorsi abbiamo sottolineato il fatto che i rappresentanti politici del popolo campano in parlamento sul tema sono assenti e abbiamo raccolto le testimonianze di chi, come Pino Aprile ed Enzo D’Anna, sospettano che ci sia una forte opposizione da parte degli interessi economici del Nord allo sviluppo del Sud.

Su questo e altri argomenti abbiamo sentito Gimmi Cangiano, imprenditore di San Marcellino, in provincia di Caserta, deputato di Fratelli d’Italia, vicepresidente della Commissione parlamentare bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e illeciti ambientali e componente delle Commissioni Cultura e Trasporti.

Il progetto dell’aeroporto di Grazzanise è fermo, a differenza di quello di Pontecagnano. Abbiamo scritto che i nostri rappresentanti politici in Parlamento non fanno nulla per sbloccare la situazione. Si è sentito tirato in ballo?

Che piaccia o no, l’idea dell’aeroporto di Grazzanise nasce con la Giunta Regionale Rastrelli: Bassolino prima e De Luca poi hanno fatto di tutto per affossarla. Da un lato per compiacere alcuni poteri forti, dall’altro per avvantaggiare un territorio a discapito di un altro. Oggi la questione non è bloccata, anzi: è più attuale che mai. Grazzanise è un progetto concreto allo studio di questo Governo. Nonostante ci siano ancora poteri forti palesemente contrari e nonostante si sia cercato di bruciare ogni tipo di ragionamento con l’apertura dello scalo di Pontecagnano. Ma non ci daremo per vinti.

I dati ci dicono che la Campania ha delle potenzialità enormi in materia di turismo. Il progetto del porto turistico di Castelvolturno non riesce a decollare. Sarebbe una grande opportunità di sviluppo. Eppure anche in questo caso con il nuovo governo non è cambiato nulla.
Sono in corso importanti interlocuzioni per l’interporto nella zona di Villa Literno, e per il porto a Castelvolturno. Proprio da Castelvolturno potrebbe partire la svolta per il litorale Domizio. È una questione che stiamo seguendo per quanto possibile, poiché come è ben noto la proprietà destinata ad accogliere il porto è di natura privata. Da quanto ci risulta, a settembre sarà inviata al Ministero dell’Ambiente la richiesta per la valutazione di impatto ambientale: l’auspicio è che la pratica venga evasa in pochi mesi. Poi la procedurà passerà in mano alla Regione, e sarà qui che valuteremo se questa Giunta regionale ha interesse allo sviluppo reale del Litorale casertano. Se anche la Regione farà la sua parte, l’ultima parola toccherà poi alla proprietà. Il porto è una occasione che darebbe all’intera provincia molta visibilità turistica, un indotto lavorativo significativo ed un ritorno economico importante. Per il resto, in Campania abbiamo tutto: mare, clima buono e buon cibo, storia e cultura che si respira in ogni angolo. Monumenti bellissimi fortemente rivalutati da questo governo: basti pensare a Pompei, a Capodimonte e all’Albergo dei Poveri. E la Provincia di Caserta non fa eccezione: abbiamo eccellenze enogastronomiche famose in tutto il mondo, e grazie al ministro Sangiuliano, la Reggia è tornata ad essere super gettonata e visitata. In questi 20 mesi di governo Meloni, solo dal Ministero della Cultura sono arrivati più di 70 milioni di euro di finanziamenti per i nostri monumenti più iconici e rappresentativi, con il rilancio della Reggia di Carditello. Rilancio anche per la nostra storia romana, attraverso l’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, il Teatro Romano di Teano, diversi interventi di recupero su Sessa Aurunca ed il prestigioso riconoscimento come patrimonio Unesco della Via Appia Regina Viarum. Attenzione particolare anche nei confronti delle chiese e dei monumenti religiosi più amati e più storicamente conosciuti della nostra provincia: dalle cattedrali, ai duomi, alle edicole votive.

La tragedia di Scampia ci ha ricordato che qui si muore anche di indifferenza delle istituzioni. Non è il primo caso che si verifica a Napoli negli ultimi anni. Il timore è che tutto resti com’è fino al prossimo crollo. Cosa ne pensa?

Diciamo che quella che lei definisce indifferenza delle istituzioni è un pochino il filo conduttore di questa intervista. E più che indifferenza, termine che alla politica non dovrebbe mai appartenere, io continuo a definirla mancanza di strategia, di prospettiva, di lungimiranza. È come se per decenni la politica campana avesse smesso di guardare al futuro, di immaginarlo, di costruirlo, ed avesse invece pensato esclusivamente a mettere una pezza dove c’era il buco. Senza tenere in considerazione le segnalazioni, le denunce, gli appelli. È quello che è successo a Scampia. È quello che è successo laddove l’abusivismo edilizio e l’incarico hanno preso il posto dell’edilizia armonica e rispettosa dell’ambiente circostante. Veniamo da decenni di corsa selvaggia al cemento, dalla politica dei palazzinari, dalla commistione con la criminalità organizzata anche in questo settore. Oggi per fortuna le cose stanno cambiando: c’è più attenzione e più consapevolezza. La speranza è di non dover più piangere nessun’altra Scampia.

L’anno prossimo si torna al voto per le elezioni regionali. Quale partito del centrodestra esprimerà il candidato e quale sarà il suo profilo?

Faccio politica da 30 anni, e se qualcosa ho imparato in questo lungo percorso, è che ci sono dei dati incontrovertibili da cui non si può prescindere. Uno di questi dati ci dice che Fratelli d’Italia è anche in Campania la forza politica interna alla coalizione di centrodestra più forte e più apprezzata, oltre che più votata. E non era affatto scontato. Ma tantissimi elettori hanno capito la bontà del nostro progetto politico e ci sostengono. È un patrimonio di responsabilità e di voti che non possiamo disperdere e che nessuno ci può chiedere di non rivendicare. Poi si può aprire qualsiasi tipo di confronto e ragionamento: ma senza nessun tentativo di cambiare l’oggettività dello scenario politico. Ci serve compattezza, unità e la certezza di esprimere un nome di spessore, che possa essere sintesi perfetta tra politica e società civile e che possa restituire fiducia ai cittadini campani. E sinceramente ho accolto con molta soddisfazione ed entusiasmo la possibilità che il viceministro Edmondo Cirielli possa scendere in campo: perché conoscendolo so che è sintesi perfetta di tutto ciò che il prossimo presidente della Regione dovrà avere per affrontare le conseguenze della disastrosa gestione De Luca.

In questi giorni è scoppiato anche il caso di Arianna Meloni, sorella della premier. Che idea si è fatto in proposito?

Non mi sono fatto nessuna idea, perché non c’è nessun caso Arianna Meloni. C’è un vergognoso tentativo, che non risale nemmeno a questi giorni, di infangare il presidente Giorgia Meloni colpendo le persone intorno a lei, sia politicamente che affettivamente. Ci hanno provato in ogni modo e ogni volta è stato un buco nell’acqua. Lo sarà anche stavolta. Arianna è una militante della prima ora: non nasce politicamente oggi. Non ha bisogno di vivere di luce riflessa: ha un suo percorso ed un suo cammino, che noi conosciamo e apprezziamo. Pertanto non ci toccano gli attacchi: ma ci spaventano i complotti.

Anche quest’estate la sua vita sentimentale ha tenuto banco sui quotidiani locali e nazionali: come l’ha vissuta?

Sarò telegrafico al riguardo. Mi sono costruito in questi mesi un equilibrio di affetti, di legami e di sentimenti che non ho alcuna intenzione di rendere argomento di discussione sotto l’ombrellone. Se qualcuno ancora crede che la mia vita sentimentale sia più interessante di ciò che in questi quasi due anni ho fatto per la mia provincia… beh. È in questa pochezza di pensiero la misura del fallimento di quella politica che mi ha preceduto e della quale oggi paghiamo tutti le conseguenze.

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