Il badante killer ha lavorato con 30 anziani. Sospetti su altre morti

Lo strazio dei familiari: non immaginavano un omicidio

Mario Eutizia

NAPOLI – Le morti sospette potrebbero essere di più. Il badante ha confessato quattro omicidi, dopo essersi costituito giovedì. Ma ha spiegato che negli ultimi dodici anni ha lavorato con trenta anziani. In mezza Italia, da Roma a scendere. Da ieri sono scattate indagini dei carabinieri per ricostruire i singoli casi: come e quando sono deceduti? Al momento la magistratura ha quattro delitti confessati da Mario Eutizia, 48 anni, del quartiere Vasto. L’altro ieri mattina si è presentato in questura a Caserta: “Dovete fermarmi, altrimenti lo rifarò”. Cosa?, gli hanno chiesto i poliziotti. Da badante avrebbe somministrato massicce dosi di sedativi per non farli più soffrire. Ha detto che subito dopo provava “profonda gratitudine e realizzazione”. Un angelo della morte. Dopo l’interrogatorio in Procura, il decreto di fermo del pubblico ministero e ora è ristretto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Difeso dagli avvocati Antonio Daniele e Gennaro Romano.
La ricostruzione degli inquirenti è agghiacciante: anche il 48enne ha una profonda sofferenza, perché a sua volta paziente oncologico e soffre di una grave forma di diabete. Questa sofferenza potrebbe averlo provato, al punto da indurlo a somministrare dosi quadruplicate di sedativi e antidolorifici agli anziani, che accudiva. Gli avvocati avevano proposto il trasferimento in un reparto per detenuti ospedalieri, proprio perché sta male. Nell’interrogatorio davanti al pubblico ministero Annalisa Imparato ha detto di non essere andato in questura a Napoli, perché lo avrebbero condotto a Poggioreale, voleva andare a Santa Maria Capua Vetere. Era lucido. Non ha mai perso il filo. Ha confessato gli omicidi, che risalgono a diversi periodi. Il primo il 4 marzo 2024 a Vibonati. La vittima è Gerardo Chintemi, 95 anni. Il secondo nel dicembre 2023 a Casoria, la vittima è Luigi Di Marzo, 88 anni. Mentre altre due vittime a Latina nel 2014 sono in fase di identificazione. Ieri ha fornito ai carabinieri i numeri di telefono e i nomi dei figli dei due anziani di Latina, che potrebbero essere identificati in 24 ore. I militari stanno contattando i familiari. Ma potrebbero essere di più. Probabilmente le vittime recenti (Casoria e Vibonati) saranno riesumate per avere un riscontro alle dichiarazioni.
Eutizia abita nella zona della Maddalena. Ha detto di aver agito “per empatia. “Mi sono voluto costituire perché qualcuno mi fermi. Ho paura di andare avanti. Continuando a lavorare in questo settore, l’avrei rifatto”.

Lo strazio dei familiari: non immaginavano un omicidio

I familiari delle vittime sono sotto choc. Nessuno immaginava un omicidio. Sono state seppellite dopo ‘morti naturali’. Le massicce dosi di sedativi portano a un decesso lento. Nessuna denuncia fino a oggi. In pratica, se il 48enne non avesse parlato, probabilmente nessuno se ne sarebbe mai accorto. Sulla carta tutte morti naturali. Mai allertati i medici del 118. Non ci sono autopsie, né accertamenti. E nemmeno accuse nei sui confronti (fino all’altro ieri). Mario Eutizia li assistenza personalmente: ha spiegato che era mosso da una profonda compassione e pietà, consapevole che una perdurante assunzione li avrebbe accompagnati ‘dolcemente’ verso la fine. Infatti – come lui stesso ha detto – nessuno si accorgeva delle dosi quadruplicate, in quanto nessuno dei familiari assisteva alla somministrazione. Un doppio choc per i parenti delle vittime, perché godeva della massima fiducia: abitava con gli anziani, viveva con loro e li assistenza dall’alba al tramonto. I carabinieri ieri hanno esaminato il suo profilo: in passato accusato di truffe on line dalla Georgia, dove ha risieduto per un periodo. Sul suo profilo social ci sono commenti delle vittime: “Ho fatto regolare denuncia alla polizia postale. Ci rivediamo in tribunale. Non mi freghi”, dice un uomo di Bergamo. Un altro incalza: “Mi hai rubato 16 euro, se me li chiedevi te li regalavo, invece ti becchi una denuncia”. Tutto questo i familiari delle vittime non potevano saperlo.

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