NAPOLI – Una ‘stesa’ a colpi di pistola nella roccaforte dei Licciardi in via Regina Margherita. Davanti alle palazzine dove abitano i ‘colonnelli’ della cosca, nel cuore della Masseria Cardone.
La notizia ha mandato in fibrillazione le forze dell’ordine, perché difficilmente si spara nel bunker dei Licciardi (senza ripercussioni in poche ore). Tanto che gli inquirenti sospettano una questione interna, da risolvere ‘de visu’. Di fatto il raid di piombo è scattato nella Masseria Cardone, considerata la roccaforte dei Licciardi. Chi può spingersi in un’azione di fuoco nel loro bunker? Se lo chiedono gli inquirenti in queste ore. Di più. In questa zona abitano personaggi di primo piano della ‘paranza’ inserita nel cartello dell’Alleanza di Secondigliano.
E’ vero che la ‘cupola’ è stata disarticolata dopo decine di arresti eccellenti (come Maria Licciardi e Paolo Abbatiello), ma la Procura sa che la cosca detiene il controllo del territorio tutt’oggi, in maniera quasi militare. E non sono ammessi ingerenze e sconfinamenti. Difficile immaginare l’assalto di un gruppo rivale: più facile ipotizzare divergenze interne, o personali. Potrebbe essere successo qualcosa nelle ultime ore.
Gli accertamenti sono tuttora in corso e gli investigatori cercano elementi utili alle indagini. Temono che possano esserci ripercussioni ed è stato elevato il livello di allerta nelle palazzine di edilizia popolari.
Qui i Licciardi non hanno rivali. Gli unici oggi a impensierirli sono gli Scissionisti, che hanno basi operative a Melito e Mugnano. Però gli Amato-Pagano sono abili a tessere la tela della diplomazia e mai entrerebbero in conflitto con i Licciardi. Se non costretti.
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