Atletica. Maria Guida, campionessa europea di maratona e testimonial della Neapolis Marathon

NAPOLI – Maria Guida, ex maratoneta e mezzofondista italiana, è una delle figure più emblematiche dell’atletica nazionale. Originaria di Moiano, frazione di Vico Equense, piccolo centro in provincia di Napoli, è una delle atlete più rappresentative nella storia dell’atletica italiana. La sua carriera, iniziata quasi per gioco durante i Giochi della Gioventù, l’ha vista salire gradualmente alla ribalta nazionale e internazionale grazie a un impegno e una dedizione fuori dal comune. Nel corso degli anni ha collezionato numerosi titoli italiani, stabilito record storici e, soprattutto, ha lasciato un segno indelebile con la vittoria nella maratona ai Campionati Europei di Monaco nel 2002. Quel giorno, a 36 anni, Maria ha coronato una lunga carriera che l’ha vista protagonista delle specialità più impegnative, imponendosi come una delle regine della corsa su lunghe distanze. Oltre a quel trionfo, Maria detiene alcuni dei primati più prestigiosi dell’atletica italiana, come il primo tempo sotto i 15 minuti nei 5000 metri e il record nei 10.000 metri, abbattendo barriere che nessuna atleta azzurra prima di lei aveva superato. Nonostante gli straordinari risultati ottenuti, la sua passione per la corsa non si è mai affievolita: oggi continua ad allenarsi, pur senza gareggiare, e rimane legata al mondo sportivo, trasmettendo i suoi valori alle nuove generazioni. Maria è anche la testimonial della Neapolis Marathon, del 13 ottobre, un evento che la lega profondamente alla sua terra natale, Napoli. Nonostante viva a Parma da diversi anni, il legame con la sua città d’origine è forte e inossidabile, e ricoprire il ruolo di madrina di una manifestazione così importante rappresenta per lei un grande motivo d’orgoglio. In questa intervista, Maria ci parla dei momenti più significativi della sua carriera, della passione che ancora oggi la lega all’atletica e del suo ruolo come figura ispiratrice per i giovani atleti.

Maria, sei una leggenda dell’atletica italiana, con un palmarès incredibile. Quali sono le emozioni che ti accompagnano quando ripensi ai tuoi trionfi, in particolare alla vittoria agli Europei del 2002?

Ripensare a quel momento è sempre un’emozione forte e viva, come se non fossero passati più di vent’anni. Vincere una medaglia d’oro a un campionato europeo, in una disciplina così impegnativa come la maratona, è stato il culmine di anni di sacrifici. Arrivare nello stadio di Monaco di Baviera e sentire oltre 50mila persone applaudire è un ricordo che mi accompagnerà per sempre. Ricordo bene quegli ultimi metri: sembrava che il mondo si fermasse, e nella mia mente sono passate tutte le immagini della mia carriera. Da quando ero una bambina a Moiano, con il desiderio di correre nella gara del paese, fino a quel momento sotto gli occhi del mondo. Il percorso è stato lungo e difficile, ma ogni fatica è stata ripagata. Quella medaglia non rappresenta solo una vittoria sportiva, ma un riconoscimento alla mia dedizione e alla mia passione infinita per l’atletica.

Hai stabilito record storici per l’atletica italiana, come il primo tempo sotto i 15 minuti nei 5000 metri e sotto i 32 minuti nei 10.000 metri. Quanto sono state importanti per te queste conquiste e cosa hanno significato nel panorama dell’atletica italiana?

Questi record hanno segnato tappe fondamentali della mia carriera e sono orgogliosa di aver portato un contributo così significativo all’atletica italiana. Quando ho infranto la barriera dei 15 minuti nei 5000 metri, ricordo di aver provato un misto di gioia e incredulità. È stato un traguardo che, fino a quel momento, sembrava impossibile per una donna italiana. Lo stesso vale per i 10.000 metri: scendere sotto i 32 minuti mi ha fatto sentire che stavo spingendo oltre i limiti non solo miei, ma anche di tutto il movimento italiano femminile. Tuttavia, al di là dei numeri, ciò che mi ha sempre spinto è stata la voglia di migliorarmi ogni giorno. La sensazione di superare te stessa, di vedere i frutti di anni di lavoro, è impagabile. E sapere che questi risultati hanno ispirato nuove generazioni di atlete italiane mi rende ancora più felice.

Dopo tanti successi in pista e su strada, oggi continui ad allenarti per passione. Come è cambiato il tuo rapporto con l’atletica e cosa ti spinge ancora oggi a correre?

Oggi corro principalmente per il piacere di farlo, senza la pressione della competizione, ma con la stessa passione che mi ha sempre accompagnato. Mi alleno due o tre volte a settimana, e la corsa rimane un momento di libertà e benessere. Anche se non gareggio più, il legame con questo sport è indissolubile. È una parte fondamentale di me. Correre mi aiuta a riflettere, a mantenere l’equilibrio mentale e fisico. Non c’è niente di più bello che sentire il proprio corpo muoversi in armonia, specialmente dopo una carriera così lunga. Oggi vivo l’atletica in modo diverso, ma la passione non si è mai affievolita, anzi. Ora mi dedico anche ad aiutare giovani atleti e atlete, e questo mi regala una soddisfazione diversa ma altrettanto appagante.

Sei anche testimonial della Neapolis Marathon, un evento importante per Napoli. Cosa rappresenta per te questo ruolo e cosa ti lega in modo così forte alla città?

Essere stata scelta come madrina della Neapolis Marathon è un grande onore per me, soprattutto perché si tratta di Napoli, la mia città d’origine. Anche se vivo da tempo a Parma, il legame con Napoli non si è mai spezzato. Da ragazza, ricordo i lunghi viaggi in treno e autobus per arrivare allo stadio Collana o al Parco Virgiliano per allenarmi. Sono ricordi che mi sono rimasti impressi, perché rappresentano la determinazione e il sacrificio che ho sempre messo nel raggiungere i miei obiettivi. Oggi, tornare a Napoli per un evento così importante come la Neapolis Marathon è per me un cerchio che si chiude. Napoli è una città speciale, non solo per la sua bellezza, ma per l’energia e la passione che trasmette. Il 13 ottobre sarà un giorno di festa, con migliaia di atleti che coloreranno le strade della città. Sono davvero emozionata all’idea di partecipare in questa veste.

Da atleta con una carriera così ricca di successi, cosa diresti ai giovani che vogliono intraprendere una carriera sportiva?

Ai giovani dico sempre di credere nei propri sogni e di non smettere mai di lavorare sodo per raggiungerli. Lo sport è una scuola di vita che insegna disciplina, sacrificio e determinazione. Ma è anche una fonte di gioia e benessere, perché ti aiuta a conoscere te stesso, a scoprire i tuoi limiti e a superarli. Il mio consiglio è di non abbattersi mai di fronte alle difficoltà. Nella mia carriera ho affrontato momenti di sconforto, infortuni e delusioni, ma non ho mai smesso di crederci. Oggi il mio messaggio è che con l’impegno e la passione si possono raggiungere traguardi incredibili. Lo sport è benessere, è vita, e può regalare soddisfazioni enormi, sia a livello fisico che mentale.

Un’ultima curiosità: hai mai pensato di tornare ad allenare, magari dopo la tua esperienza con i giovani del Cus Parma?

Allenare è stata una bellissima esperienza per me. Lavorare con i giovani del Cus Parma mi ha dato la possibilità di trasmettere loro la mia esperienza e la mia passione. Vedere i ragazzi crescere, migliorare e ottenere risultati è una grande soddisfazione. Tuttavia, gli impegni lavorativi e personali mi hanno costretto a mettere da parte questa attività. Chissà, magari un giorno tornerò a dedicarmi all’allenamento. Nel frattempo, continuo a vivere l’atletica in modo più rilassato, ma sempre con lo stesso amore e la stessa dedizione. Spero di poter ispirare nuove generazioni a credere nello sport e a trovare in esso una strada per il benessere e la realizzazione personale.

Grazie Maria, è stato un piacere parlare con te. Ti auguriamo il meglio per il tuo ruolo di madrina alla Neapolis Marathon e per tutto il resto!

Grazie a voi, è stato un piacere condividere questi momenti. Spero che la Neapolis Marathon possa ispirare tanti giovani e appassionati a vivere la corsa come ho fatto io.

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