ROMA (Loredana Lerose) – Per evitare un governo di tregua, guidato da un tecnico, le forze politiche risultate vincitrici lo scorso 4 marzo, Lega e M5S sono pronte a tentare l’ultimo confronto.
La premessa
Le trattative per formare un governo, dopo 63 giorni, non hanno portato a nulla, lunedì il capo dello Stato Sergio Mattarella procederà all’ultimo giro di consultazioni per decidere il da farsi.
Le ipotesi in campo
Il presidente, stanco del balletto della politica andato in scena per più di due mesi, è pronto a proporre agli schieramenti in campo, M5S, Lega, Fi, Fdi, Pd un governo di tregua, a tempo determinato, probabilmente guidato da un tecnico. Gli unici pronti ad appoggiarlo, al momento, sono i democrat guidati dall’ex segretario Matteo Renzi a cui si è accodato il reggente del partito Maurizio Martina. Contrari sia il leader della Lega Matteo Salvini che quello dei 5 Stelle Luigi Di Maio.
La riapertura delle trattative per il Governo
Per evitare che alla guida del Paese finisca un tecnico, Salvini ha richiamato Di Maio proponendogli di governare insieme fino a dicembre e poi tornare alle urne come chiesto dai pentastellati. Ma in realtà, il ritorno alle urne, i grillini, lo vorrebbero già a fine giugno. Nel frattempo il numero uno di Fi, Silvio Berlusconi sta tentando di convincere il capo della sua coalizione ad essere possibilista rispetto alla proposta che avanzerà Mattarella per uscire dalla fase di stallo.
La filosofia andreottiana
Giulio Andreotti sosteneva che “a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca”. Che dietro l’appello dell’ex cavaliere al leader del carroccio ci sia già un disegno architettato con Renzi per ridare vita ad un secondo patto del Nazareno, che stavolta comprenda anche Fdi e Lega, e gabbare i 5 Stelle? Diversi gli indizi in questa direzione non ultimo quello che vede Berlusconi e Renzi sulle stesse posizioni rispetto ad un governo che tenga dentro tutti, ma guidato da un tecnico. Lunedì sarà il giorno della verità.