Morì a 21 anni dopo un intervento al seno: sospeso il chirurgo e sequestrata la clinica

Alessia Neboso

Chi sbaglia, paga. Sempre. Svolta nelle indagini sulla morte di Alessia Neboso, 21enne di San Pietro a Patierno deceduta il 21 settembre dell’anno scorso dieci giorni dopo essersi sottoposta a un’operazione di chirurgia estetica. Il chirurgo estetico e responsabile legale della clinica Smeraglia è stato sospeso dall’esercizio della professione medica per un anno, mentre la struttura è stata sottoposta a sequestro preventivo. La decisione è stata presa dalla VI sezione della Procura di Napoli, che contesta al medico i reati di concorso in omicidio colposo, concorso in esercizio abusivo della professione medica e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici. Il provvedimento segue la tragica morte di Alessia Neboso, 21enne deceduta il 21 settembre 2023, dieci giorni dopo aver subito un intervento di mastoplastica additiva presso la clinica sequestrata. Il 11 settembre 2023, Alessia si era sottoposta a un’operazione estetica che si è rivelata fatale, scatenando un’indagine approfondita delle autorità giudiziarie.

Le indagini, coordinate dal procuratore Nicola Gratteri, hanno fatto luce su una serie di gravi negligenze e irregolarità. Gli inquirenti sostengono che la morte della giovane sia stata causata dalla non corretta e incompleta disinfezione della sala operatoria e degli strumenti utilizzati durante l’intervento. Questa mancanza, insieme all’assenza di adeguati controlli post-operatori, avrebbe provocato la tragica fine della ragazza. Uno degli elementi più inquietanti emersi dall’inchiesta è l’impiego di personale non abilitato per la gestione post-operatoria di Alessia Neboso. Il personale che seguì la giovane dopo l’intervento, infatti, non era in possesso delle necessarie abilitazioni per esercitare la professione sanitaria. Questa violazione delle norme ha sollevato interrogativi sulla gestione complessiva della struttura ambulatoriale e sul grado di controllo esercitato dal medico responsabile. Ma le irregolarità non si fermano qui. Secondo gli investigatori, il chirurgo sospeso e un altro medico avrebbero falsificato i documenti relativi all’intervento, dichiarando falsamente di aver partecipato all’operazione. In realtà, l’intervento su Alessia sarebbe stato condotto da un altro specialista, il cui nome non figura nei documenti ufficiali. Questo falso ideologico, secondo l’accusa, avrebbe coperto le responsabilità del personale coinvolto e contribuito a mascherare ulteriori irregolarità. Il provvedimento cautelare è stato eseguito dai carabinieri del Nas di Napoli, sotto la direzione del tenente colonnello Alessandro Cisternino, che hanno notificato la sospensione al chirurgo. Il sequestro della clinica e la sospensione del medico rappresentano una prima risposta giudiziaria alle gravi accuse mosse dalla Procura di Napoli. L’inchiesta è ancora in corso e potrebbe portare a ulteriori sviluppi. Le autorità stanno valutando tutte le responsabilità legate alla morte della giovane e alle presunte pratiche irregolari all’interno della struttura sanitaria.

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