Prescritte le ipotesi di peculato in merito al project financing del nuovo cimitero (tema che, invece, è ancora oggetto di una complessa causa civile tra il Comune e gli imprenditori Farina), e prescritte anche le accuse di falso e abuso d’ufficio. Rimaneva in sospeso un solo altro episodio dell’indagine “Tre Grazie”, condotta dai carabinieri di Grazzanise, che accese i riflettori sulla gestione dell’amministrazione di Enrico Parente, sindaco dal 2000 al 2010 e poi, fino al 2012, capogruppo di maggioranza. Quale? Una presunta concussione che ha tirato in ballo l’ex consigliere comunale Pasquale Di Fruscia e all’allora responsabile dell’area Tecnica, Luigi Pagano. Il Tribunale di S. Maria Capua Vetere (nella foto) l’ha derubricata in tentata accorciando ulteriormente i tempi della prescrizione, che è stata certificata ieri pomeriggio con la sentenza di non luogo a procedere.
Gli inquirenti contestavano a Di Fruscia presunte pressioni sul titolare della Tekno Sud, in concorso con Parente (scomparso nel settembre 2016) e con Pagano, affinché rescindesse il contratto per i servizi di pubblica manutenzione stipulato con il Comune, al fine di favorire – secondo il teorema della Procura – l’imprenditore Giulio Letizia, anch’egli a processo, per il quale pure è intervenuta la prescrizione.
Il giudice, decretando ieri lo stop all’iter, ha anche evidenziato che non emergevano, in realtà, elementi a supporto dell’accusa. Insomma, non ci sarebbe stata sostanza per contestare il reato. L’episodio oggetto del procedimento penale si sarebbe svolto tra il 2008 e il 2010.
Diversi anni di indagine e un processo complesso, iniziato in grave ritardo e poi caratterizzate da udienze celebrate a singhiozzo, non sono riusciti a generare neppure una sentenza di primo grado. L’inchiesta, oltre a Di Fruscia, Pagano e Letizia, aveva coinvolto altri ex amministratori, svariati tecnici e imprenditori. Connesso all’indagine “Tre Grazie” è il filone, gestito dalla Dda, che portò alla condanna in primo grado di Enrico Parente per favoreggiamento al boss Michele Zagaria.