Caso Zannini, si aprono nuovi fronti investigativi

Nelle ultime ore eseguiti nuovi accessi dei carabinieri di Aversa per acquisire altre atti su cui indagare

Il consigliere regionale Giovanni Zannini

L’indagine è tutt’altro che chiusa. Le perquisizioni a case e uffici per sequestrare documenti, dispositivi informatici, telefonini e contanti non rappresentano l’epilogo, ma un punto di svolta dell’attività investigativa che ruota intorno a Giovanni Zannini, consigliere regionale di Mondragone. A pochi giorni da quei blitz, eseguiti dai carabinieri di Aversa, la Procura di S. Maria Capua Vetere ha inviato i militari dell’Arma della città normanna ad acquisire nuovi atti in altri Enti e tra questi c’è il Comune di Mondragone. Circostanza che dimostra inevitabilmente come l’inchiesta stia facendo luce anche su alcune vicende che interessano la città del Litorale. A guidare il Municipio ora c’è il sindaco Francesco Lavanga, estraneo all’indagine su Zannini, e nella sua giunta c’è Maria Rosaria Tramonti, moglie di Alfredo Campoli, imprenditore lui sì coinvolto nell’inchiesta. All’uomo d’affari, compare di nozze di Zannini, sono contestati reati di corruzione, false fatturazioni e riciclaggio.

Il lavoro dei carabinieri, coordinati dai pm Gerardina Cozzolino e Giacomo Urbano, ha fatto emergere tre focus: il primo riguarda le ipotizzate ingerenze di Zannini nell’Asl di Caserta, che sarebbero arrivate a costringere, tramite Antonio Postiglione, pezzo da novanta della sanità regionale, Vincenzo Iodice, a ricoprire il ruolo di direttore sanitario. Il secondo riguarda l’interessamento del politico presso l’amministrazione di Teano per far avere appalti alla ditta di igiene urbana di Campoli, che avrebbe contraccambiato il favore regalando dei motorini ai figli del politico. Il terzo ha come protagonista la mega struttura sorta a Cancello Arnone lungo la strada provinciale 333, messa in piedi dagli imprenditori Luigi e Paolo Griffo con un finanziamento da Invitalia per 10 milioni di euro. In questo caso, Zannini, secondo l’accusa, si è mosso per rimediare a delle criticità sui permessi che legittimavano la realizzazione dell’opera, trovando supporto nei Comuni di Cancello ed Arnone e di Castello del Matese.

Come detto, i nuovi accessi dei carabinieri registrati nelle ultime tracciano l’apertura di altri fronti investigativi determinanti anche dalle prime analisi del materiale sequestrato la scorsa settimana.

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