CASAL DI PRINCIPE – Trent’anni di carcere a testa: è quanto ha proposto il pm Simona Belluccio per Raffaele Diana, alias Rafilotto, Valter Schiavone, fratello del capoclan Francesco Sandokan, e Vincenzo Zagaria. Dieci anni, invece, è la pena richiesta per Giuseppe Misso e Nicola Panaro, entrambi collaboratori di giustizia. I cinque sono accusati di aver partecipato all’assassinio di Domenico Cioffo, delitto che la Dda colloca nella faida tra il gruppo dei Casalesi, guidato da Sandokan, e i Quadrano, ai quali sarebbe stata legata la vittima.
Cioffo, come ha ricostruito la Procura, venne assassinato il primo febbraio 1995 a San Cipriano d’Aversa. L’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Aversa è riuscita, a oltre due decenni dal delitto, a individuare chi avrebbe premuto il grilletto e dato l’ordine di morte. Valter Schiavone, 62enne di Casale, e Vincenzo Zagaria, 67enne, in qualità di capi del clan dei Casalesi, ora entrambi al 41 bis, avrebbero dato l’ordine di assassinare Cioffo. Giuseppe Misso e Nicola Panaro, ora pentiti, insieme a Oreste Caterino, deceduto, sarebbero stati gli esecutori materiali, partecipando sia alle fasi relative al reperimento delle armi e dell’auto, sia a quelle conclusive, culminate nel raid di piombo. Diana Rafilotto, 71enne, secondo la Dda, avrebbe svolto il ruolo di ‘specchiettista’, occupandosi della localizzazione della vittima e della comunicazione dei relativi spostamenti, avendo notato, sostiene l’accusa, anche la presenza dei killer il giorno dell’omicidio. Nel collegio difensivo, gli avvocati Pasquale Davide De Marco, Pasquale Diana, Maurizio Balzano, Maria Di Cesare e Antonio Di Micco.
Il processo riprenderà a gennaio dell’anno prossimo. I cinque imputati sono da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.