L’uomo dei Belforte a caccia di un’arma. La sorella Anna coinvolta nella ricerca

MARCIANISE – Si stava armando. Per essere più incisivo, per riuscire a convincere le vittime a consegnare il denaro che, in nome del clan, richiedeva, Giovanni Anziano, detto Giannaniello, storico esponente dei Belforte (o Mazzacane), aveva attivato i suoi canali per procurarsi una pistola. A sostegno di questa tesi, i carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta hanno fornito alla Dda di Napoli una sua conversazione con la sorella, Anna Anziano, alla presenza della moglie, Carmela D’Amico. La chiacchierata è datata 30 giugno scorso, quando Anziano (già condannato per mafia), si trovava agli arresti domiciliari. “Di quel fatto là, non gli hai detto niente più?”, chiede Giannaniello alla sorella. “A chi?”, domanda Anna. “A Esterina là, come cavolo si chiama”, chiarisce l’uomo dei Belforte. “Te lo dissi, Giovà, dagli tempo – lo rassicura la sorella -. Perché loro hanno chiamato a quello che ti ha detto”. “Eh che ci vuole?”, sbotta scocciato Anziano. “Ha detto: devo fare un regalo – prosegue Anna -. Disse: non ti preoccupare. Lo disse proprio il marito davanti a me”. E Giannaniello dà un’indicazione sul modello dell’arma di cui aveva bisogno: “Annù, no a tamburo. Deve essere automatica. Diglielo…”.

Per ottenere rapidamente dalle sue vittime ciò che chiedeva, Giannaniello, sostiene l’accusa, avrebbe invitato anche chi per suo conto formulava le estorsioni, a fare esplicito riferimento a Camillo Belforte, figlio del capoclan ergastolano Domenico, che lo stesso Anziano fa intendere come l’attuale leader della cosca.

La sorella del mafioso spunta anche in un’altra conversazione del 23 luglio scorso. Ed è lei a chiedere, in quell’occasione, un intervento di Giovanni Anziano. “Sentimi un poco, se vedi a R…. Chiamami”. L’esponente dei Mazzacane invita la donna a chiarire il perché. E lei dice: “Ha fatto una cosa che non doveva fare”. “Va buono, ora lo mando a chiamare proprio”, la rassicura Giannaniello. E per organizzare l’incontro, hanno ricostruito gli investigatori, si rivolgerà al nipote Antonio Amoriello.

Gli inquirenti dell’Antimafia, esaminato il materiale prodotto dai carabinieri, non escludono che il soggetto indicato da Anna Anziano possa trattarsi di una persona che era venuta meno alle richieste della donna. La vicenda dell’arma e l’invito a convocare il soggetto che si era comportato male, per la Dda, contribuiscono a descrivere il profilo Anna Anziano come espressione della pericolosità di Giannaniello.
Le intercettazioni riportate sono contenute nell’indagine che la scorsa settimana ha fatto scattare il decreto di fermo della Dda, disposto dai pm Maria Laura Lalia Morra e Vincenzo Ranieri, per Giovanni Anziano e il nipote Amoriello, entrambi accusati di estorsione con l’aggravante mafiosa e difesi dagli avvocati Massimo Trigari e Nicola Musone.

Anna Anziano, almeno per quanto in nostra informazione, pur venendo tirata in ballo numerose volte dal fratello, non risulta indagata ed è da considerare innocente fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile. Anche Carmela D’Amico, citata nell’inchiesta, non risulta indagata.

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