NAPOLI – Quello che non fa la politica lo fa la Chiesa. Che, per fortuna, non ha paura degli Agnelli e degli Elkann.
Con una nota congiunta, i vescovi delle diocesi di Acerra e di Nola, Monsignor Antonio Di Donna (nella foto a sinistra) e Monsignor Francesco Marino (nella foto a destra), hanno espresso “piena vicinanza e solidarietà ai lavoratori di Stellantis e dell’intera filiera automotive». La Chiesa ha sempre mostrato attenzione alle problematiche sociali e denunciato le ingiustizie verso la dignità della persona e del lavoratore, e questa volta si rivolge con preoccupazione alle istituzioni e all’azienda, sollecitando azioni concrete per affrontare la crisi.
I Vescovi denunciano con fermezza la «mancanza di un piano industriale nazionale ed europeo» che, accompagnata da «una politica europea di elettrificazione confusa e mal gestita», rischia di affossare l’industria automobilistica europea, provocando gravissime conseguenze sociali. Il disimpegno di Stellantis sta generando «un fermo pesantissimo in quasi tutti gli stabilimenti», una situazione aggravata dal record di cassa integrazione e dalla riduzione della produzione al minimo storico.
La nota sottolinea anche la responsabilità delle istituzioni governative, che, invece di promuovere «politiche industriali mirate» e di dialogare per trovare soluzioni, minacciano di lasciare il tavolo delle trattative. Questo atteggiamento, avvertono i Vescovi, mette a rischio migliaia di posti di lavoro, colpendo ancora una volta i lavoratori più deboli e meno garantiti.
«Come cittadini e come cristiani – dichiarano i Vescovi – non possiamo accettare una transizione contro il lavoro e con costi sociali enormi!». I lavoratori, proseguono, «attendono risposte urgenti e concrete» e non possono vivere costantemente in uno stato di ansia perun’occupazione sempre più precaria e senza prospettive di stabilità.
Il richiamo dei Vescovi si allinea al magistero sociale della Chiesa, che ha sempre difeso la dignità dell’uomo lavoratore. Ogni lavoratore, dichiarano i prelati, è portatore di una capacità unica di costruire il bene, e il lavoro dovrebbe essere uno strumento di speranza e di vita, non di alienazione. Citano quindi le parole di Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium, dove descrive il lavoro come «libero, creativo, partecipativo e solidale» (EG 192), sottolineando come la crisi economica sia anche una crisi antropologica, che mette il profitto davanti alla persona umana.
Anche San Giovanni Paolo II aveva affermato: «Il primo fondamento del valore del lavoro è l’uomo stesso, il suo soggetto… il lavoro è per l’uomo, e non l’uomo per il lavoro» (Laborem exercens, n. 6). Riprendendo questo concetto, i Vescovi ribadiscono che il valore e la dignità del lavoro umano risiedono nel fatto che chi lavora è una persona.
L’appello finale è rivolto a tutte le istituzioni – locali, regionali, nazionali ed europee – affinché «facciano tutto il possibile per costruire il futuro dell’industria dell’auto». Si chiede a Stellantis di condividere le proprie scelte con i lavoratori e di non mettere il profitto sopra i diritti e la sicurezza delle famiglie dei dipendenti.
Come comunità cristiane, i Vescovi si impegnano a sostenere i lavoratori «in questo momento così delicato e drammatico», e auspicano che, «se ognuno farà la sua parte, restituiremo serenità e tranquillità a tante famiglie del nostro già martoriato territorio». Richiamando le parole di San Giovanni Paolo II, concludono che la missione è quella di «organizzare e costruire la speranza», un impegno che la Chiesa fa proprio di fronte alla crisi attuale.
La dura presa di posizione dei prelati campani arriva alla vigilia di un importante appuntamento istituzionale: mercoledì 30 ottobre, alle 9, presso la Sala del Mappamondo di Montecitorio, le Commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato, svolgono le audizioni di Fismic Confsal, AQCF-R e FIM-CISL, FIOM-CGIL, UILM e UGL Metalmeccanici sulla produzione automobilistica del gruppo Stellantis in Italia. L’appuntamento viene trasmesso in diretta webtv.