Aiuti dal clan per recuperare i soldi prestati: il boss Della Volpe e altri quattro a processo

Sono accusati a vario titolo di estorsione, usura e danneggiamento seguito da incendio

VILLA LITERNO – Non sarà necessario passare per l’udienza preliminare. La Dda di Napoli ha chiesto e ottenuto subito il processo. Per chi? Per Raffaele Della Volpe, 64enne di Aversa; Francesco Saverio Pirozzi, 63enne; Luciano Esposito, 55enne, entrambi di Trentola Ducenta; Sebastiano Iannone, 52enne di Villa Literno; ed Elio Roma, 73enne, anch’egli di Trentola Ducenta. A trascinarli a processo è stata l’inchiesta, coordinata dalla Dda di Napoli e condotta dai carabinieri, sulle presunte estorsioni di cui si sarebbe reso protagonista Della Volpe. Se gli imputati non presenteranno richieste di rito abbreviato, il dibattimento per loro prenderà il via a dicembre davanti al collegio D della seconda sezione del Tribunale di Napoli Nord.
Il tema principale dell’attività investigativa che ha innescato il processo è un’estorsione da 100mila euro.

La presunta estorsione deriverebbe da un prestito di 45mila euro che Iannone avrebbe fatto a due imprenditori. Quella cifra sarebbe stata utilizzata per iniziative edilizie a Venezia, al termine delle quali i due uomini d’affari avrebbero dovuto restituirla al liternese con un incremento di 55mila euro, configurando così un prestito a strozzo.

Le vittime, però, avevano riscontrato difficoltà economiche, non riuscendo più a restituire a Iannone la somma richiesta. A questo punto, sostiene la Dda di Napoli, il liternese avrebbe chiesto alle vittime di cedergli gratuitamente un negozio che avevano acquistato a Venezia, come saldo del debito. Di fronte al loro rifiuto, l’indagato, stando a quanto emerso dall’inchiesta dei carabinieri di Casal di Principe, avrebbe chiesto aiuto a Della Volpe per costringere i due a versargli i 100mila euro pattuiti. Con questa finalità, sarebbero stati organizzati degli incontri alla presenza di Della Volpe e altri soggetti ritenuti vicini al clan dei Casalesi, ma tali riunioni non portarono agli esiti sperati.

Così, dalle parole, Iannone e compagnia sarebbero passati ai fatti, dando fuoco a delle autovetture. Stavolta, dimostrato il pericolo a cui avrebbero potuto esporsi, le vittime avrebbero iniziato a versare il denaro, consegnando 5mila euro come prima tranche di pagamento.

Ai cinque viene contestato il reato di estorsione con l’aggravante mafiosa. A Della Volpe, Esposito e Pirozzi è contestato anche il reato di danneggiamento seguito da incendio, per aver appiccato il fuoco a due autovetture. Credevano, secondo l’accusa, che le macchine prese di mira appartenessero agli imprenditori chiamati a restituire il denaro: insomma, un segnale per spingerli ad accontentare la richiesta di Iannone. Tuttavia, il raid incendiario distrusse per errore automobili di soggetti estranei al prestito.

Iannone dovrà anche rispondere dell’accusa di usura. Gli imputati, da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna definitiva, sono assistiti dagli avvocati Gaetano Laiso, Nicola Marino, Costantino Puocci, Mario Griffo, Massimo D’Errico e Mirella Baldascino.

Estorsione e usura, cinque arresti a Casal di Principe

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome