CASERTA – Era sul punto di partire. Se i carabinieri, ieri mattina, non avessero bussato alla sua porta, l’ingegnere Francesco Biondi si sarebbe recato in vacanza, sfruttando il ‘ponte’ di Ognissanti, in Germania (a Monaco). Lo ha fermato, invece, l’indagine coordinata dal pm Anna Ida Capone, che ha convinto il giudice Alessia Stadio a disporre per il dirigente del Comune di Caserta i domiciliari.
Secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere, Biondi avrebbe avuto un ruolo fondamentale nella presunta associazione criminale, diretta dagli imprenditori Giuseppe Fazzone e Francesco Cerreto, in grado di manipolare numerose gare per affidare il verde pubblico.
La cricca, dice l’accusa, riusciva a taroccare le procedure grazie ai ganci che aveva presso l’Ente di San Nicola La Strada e quello del capoluogo di provincia. E proprio in quest’ultimo, Biondi, in base a quanto raccolto dai carabinieri, rappresentava quell’indispensabile gancio.
Sarebbero sei le procedure, dice la Procura, che il gruppo è riuscito a manipolare anche grazie all’apporto di Biondi. La prima è datata 10 aprile 2020 e sarebbe stata truccata per favorire la ditta di Domenico Natale, Un seme per la vita. Si tratta del servizio di manutenzione del verde pubblico comunale: poiché la cifra, 214mila euro, rendeva necessaria l’attivazione di una procedura ad evidenza pubblica, Biondi, capo dell’area Programmazione, Urbanistica e Lavori pubblici, con il supporto di Michele Amato, responsabile dei Lavori pubblici, e Francesco Cerreto, dipendente del Comune, avrebbe provveduto a frazionarla in quattro diversi lotti per 67.340 euro, in modo che la ditta a cui affidare il servizio potesse essere scelta con una procedura negoziata tramite richiesta di offerta sul Mepa. Qui sarebbero entrati in gioco Giuseppe Fazzone e ancora Cerreto in veste di intermediari per la scelta delle ditte da invitare che non avrebbero risposto, lasciando campo libero all’azienda di Natale. In cambio di questa azione, Biondi avrebbe ottenuto da Natale interventi di giardinaggio nella sua villetta privata a Itri.
Stesso sistema di frazionamento, dice la Procura, attivato per i lavori di manutenzione del verde pubblico affidati alla Euro Green di Gianni Andrea Mingione. Turbata, seguendo la tesi accusatoria, anche la gara che ha portato all’assegnazione di un appalto alla Coprofin di Vincenzo Massaro, avvenuta a maggio del 2020. Un mese dopo, afferma la Procura, è stata turbata quella della manutenzione del verde nelle aree cimiteriali di Caserta e Casola, facendola aggiudicare alla F.G. Costruzioni di Francesco Galileo, ma ritenuta gestita di fatto da Francesco Cerreto. Tre mesi dopo, stando alla tesi degli inquirenti, sarebbe stata manipolata la procedura di pulizia di piazza Carlo III e zone limitrofe per 66.340 euro alla Ekoservizi di Marianna Sepe.
Oltre all’episodio di presunta corruzione in relazione alla villetta a Itri, la Procura contesta a Biondi un altro episodio riguardante il suo essersi fatto ‘bonificare’ l’ufficio da Giulio Fappiano, patron della Consulstrategy.
L’imprenditore aveva avuto l’appalto per occuparsi della valutazione del rischio dei campi elettromagnetici degli uffici comunali situati presso l’istituto Sant’Agostino in corso Mazzini e Biondi, afferma l’accusa, avrebbe chiesto e ottenuto da Fappiano di verificare l’eventuale presenza di cimici (per intercettare) presenti nel suo ufficio, situato in via Vanvitelli, che non era compreso nell’affidamento.
Quella che ha fatto scattare l’arresto di Biondi è la terza indagine che lo coinvolge. La prima lo vede a processo per corruzione con l’aggravante mafiosa in relazione alla costruzione del parcheggio di via San Carlo; la seconda, sempre per corruzione, ha coinvolto anche due ex assessori, Massimiliano Marzo ed Emiliano Casale.
Qualche giorno fa, il sindaco Carlo Marino aveva deciso di procedere con un’azione che finora aveva preferito non intraprendere: alleggerire il peso di Biondi nella macchina comunale. Non si era mosso in questa direzione nonostante il processo in corso e l’altra indagine che era sfociata, per alcuni degli inquisiti, anche in misure restrittive. Stavolta aveva adottato un’altra strategia, svuotando la posizione di Biondi e distribuendo le responsabilità che aveva ad altri suoi colleghi.
“Patologie da combattere, ma anche tanti amministratori per bene”
Tra perquisizioni, richieste di arresto e ordinanze cautelari eseguite, negli ultimi mesi sono finiti sotto la lente della Procura imprenditori, amministratori e dirigenti pubblici di rilievo. “Ci sono delle patologie da combattere, ma questa provincia – ha rassicurato il procuratore Pierpaolo Bruni – è fatta da tantissimi amministratori e cittadini per bene.”
L’indagine che ieri ha coinvolto il Comune capoluogo di Terra di Lavoro e San Nicola rientra nel tentativo di eliminare proprio queste patologie. E per ora, i primi risultati del lavoro svolto sono stati incisivi.
Gli inquirenti sammaritani stanno dando la massima attenzione alla pubblica aminisrazione: “Stiamo raccogliendo l’ottimo lavoro fatto da Carmine Renzulli (oggi procuratore aggiunto a S. Maria C.V.). Gli interrogatori preventivi – ha sottolineato ieri, Bruni, in conferenza stampa – svoltisi dopo le nostre richieste di misure cautelari, hanno permesso agli indagati di confrontarsi con le accuse e al giudice di apprendere il loro punto di vista.”
A sottolineare l’impegno della Procura di S. Maria C.V. per una pubblica amministrazione che rispetti le regole, è stato il colonnello Manuel Scarso, comandante provinciale dell’Arma: “Indagini come questa su Caserta e San Nicola – ha aggiunto l’ufficiale – mirano a scardinare i sistemi corruttivi che si radicano sul territorio e a riportare la normalità.”
Ma non è semplice, ha evidenziato Bruni, poiché analizzare e controllare le procedure di gara richiede grande attenzione e un notevole dispendio di energie. Energie profuse, nel caso dell’indagine su Caserta e San Nicola La Strada, dai carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Caserta, diretti dai tenenti colonnello Gianluca Galiotta e Melissa Sipala (capo del Reparto operativo).
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