NAPOLI – “Vincenzo De Luca ormai è il passato”. Lo dice senza mezzi termini Pino Bicchielli, vicepresidente del gruppo di Noi Moderati alla Camera dei Deputati. Nella sua intervista a ‘Cronache’ il parlamentare di centrodestra ha bocciato duramente la proposta di legge che consentirebbe al governatore di correre per un terzo mandato e ha promosso a pieni voti il lavoro del Governo di Giorgia Meloni e della coalizione che lo sostiene, premiato anche dagli elettori in occasione delle ultime Regionali in Liguria.
Onorevole, la Liguria è rimasta del centrodestra e all’orizzonte ci sono le sfide in Umbria ed Emilia Romagna: qual è lo stato di salute della coalizione di governo e del suo partito?
Lo stato di salute della coalizione è indubbiamente buono. Dopo due anni di governo il bilancio è sicuramente positivo e le urne lo confermano. Poi c’è sempre da lavorare, ci sono margini di miglioramento e questo è innegabile. I risultati elettorali vanno sempre interpretati e letti con cura, è un modo per ascoltare gli elettori e le istanze del Paese. Certamente c’è voglia di proseguire un percorso iniziato con il governo Meloni a livello nazionale e laddove presente dal centrodestra nelle amministrazioni. La questione è piuttosto semplice, il centrodestra propone una visione di crescita e di sviluppo, di benessere per i cittadini e questo l’elettore lo vuole. Il nostro partito è rappresentativo di un centrodestra moderato. Una sensibilità che trova espressione e spazio in questa maggioranza e ha forte radicamento sul territorio. Siamo molto soddisfatti del lavoro fatto, ma guardiamo al futuro, a ciò che c’è ancora da fare.
Ritiene che la coalizione vada ulteriormente allargata ad altre forze moderate o ‘squadra che vince non si cambia’?
Proprio da poco, nel nostro partito, ci hanno raggiunto nuove compagne di viaggio. L’onorevole Carfagna, le senatrici Gelmini e Versace con la loro esperienza e le loro capacità sicuramente contribuiranno a far crescere la proposta di Noi Moderati nel Paese. È sempre positivo quando nuove risorse, esperienze e sensibilità decidono di condividere un percorso politico sulla base della condivisione di valori e obiettivi. È un vantaggio per i cittadini.
È iniziato l’iter parlamentare della Manovra: quali sono gli aspetti che più la convincono del lavoro fatto dal Governo Meloni?
Il lavoro di questo governo è stato fin dall’inizio pragmatico e finalizzato ad obiettivi di crescita e di riforma del sistema economico e fiscale. Ripeto: obiettivi concreti e raggiungibili, che vuol dire fare i conti con le risorse ed evitare misure populiste e insostenibili per le casse dello Stato. L’attenzione è puntata su famiglie e imprese, sul sostenere chi ha realmente bisogno e sul fare leva per la crescita economica. I numeri ci danno ragione. Andiamo avanti così soprattutto alleviando la pressione fiscale.
Ritiene si debba modificare qualcosa o ci siano punti sui quali si poteva fare di più?
Si può sempre fare di più, ma la ‘coperta’ delle risorse è limitata. Quello che dico è di tenere il punto sui servizi essenziali, la sanità, la cura del territorio, ma andiamo avanti nella riduzione della pressione fiscale e del costo del lavoro. È quella la strada.
In Campania è in discussione una legge che consentirebbe a De Luca di correre per un terzo mandato e taglia fuori i sindaci dalla possibilità di candidarsi, cosa ne pensa?
Non mi appassionano le formule di ingegneria elettorale. De Luca oramai rappresenta il passato in questa regione e sta pagando i tanti errori commessi in questi anni e i tanti soldi sperperati a danno dei cittadini campani. Mi sembra che oramai anche la sua stessa coalizione lo ritenga incandidabile per ragioni politiche più che formali e, stando a quanto emerge, anche il PD inizia a manifestare stanchezza verso atteggiamenti poco opportuni. La legge proposta in extremis mi sembra davvero un tentativo disperato, le leggi elettorali proposte a fine legislatura non sono mai un buon esercizio della democrazia. Poi per quanto riguarda i sindaci anche lì mi sembrano più decisioni ad personam che scelte di buon senso, ma ripeto: le leggi elettorali a fine legislatura sono sempre un errore democratico.
Per il candidato di centrodestra a decidere saranno i territori o il tavolo dei leader?
Come avviene sempre nella nostra coalizione, che ha vinto praticamente tutte le elezioni regionali da quando governiamo il Paese, la decisione sarà presa insieme dai territori e dai leader nazionali. La condivisione di ogni scelta politica è una delle ragioni dei nostri successi. I territori con la conoscenza del tessuto sociale e i leader alla fine sanno trovare sempre la sintesi migliore.
Un’ultima considerazione sul caso dossieraggi che sta letteralmente dilagando, è tempo di un intervento legislativo in materia?
E’ un tema complesso perché non riguarda solo la politica ma lo Stato con tutti i suoi attori e va di pari passo con l’evoluzione tecnologica; per questo motivo la digitalizzazione del Paese è una esigenza di rafforzamento della sicurezza anche e soprattutto in campo privato. In commissione Antimafia, di cui sono membro, stiamo affrontando il tema con grande attenzione e mi sono convinto che serve una maggiore consapevolezza dei rischi e interverremo laddove sarà necessario anche in via legislativa. Infatti come gruppo di Noi Moderati abbiamo annunciato la presentazione di un progetto di legge per garantire la sicurezza dei dati digitali dei nostri cittadini.
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