Caso “Life&People”: giovani giornalisti umiliati dal direttore Enrico Sanchi

Mentre il giornalismo si evolve, alcune pratiche restano intramontabili. Tra queste, l’arte di cercare collaboratori… gratis. La storia di Enrico Sanchi, direttore della rivista Life & People, ha tutte le sfumature di una saga tragicomica da manuale. Ma attenzione, non aspettatevi uno di quei direttori severi ma impeccabili: no, Sanchi si distingue per la sua modalità di selezione – e di gestione della comunicazione – che, a detta dei candidati, rasenta il surreale.

Il metodo Sanchi per fare giornalismo

Ogni tanto, come un orologio svizzero, su LinkedIn compare un annuncio targato BiemmeCommunication, la società editoriale dietro Life & People. L’offerta è semplice: si cerca un/una web journalist. Fin qui nulla di strano, giusto? Un’azienda editoriale che cerca un giornalista. L’inghippo arriva quando, in chiamata, viene richiesta la stesura di due articoli di prova. Naturalmente, a titolo gratuito. E qui iniziano i fuochi d’artificio. Una volta inviati gli articoli di prova, scatta il contatto diretto. In alcuni casi, la velocità con cui Sanchi contatta i candidati su WhatsApp potrebbe lasciare pensare a un miracolo tecnologico: bastano pochi minuti per ricevere il primo messaggio, scritto in un italiano che definire “creativo” è generoso. Si tratta di un italiano contaminato da abbreviazioni inspiegabili e punteggiature usate come se si stesse inviando un telegramma durante una tempesta in mare. Insomma, il tono non promette nulla di buono. Ma la vera sorpresa arriva quando Sanchi esprime il suo verdetto sul lavoro dei candidati. Dimenticatevi le risposte professionali come “Non siamo interessati” o “Valuteremo altre candidature”: per il direttore Sanchi, se un articolo di prova non è all’altezza, la colpa è solo del candidato. E qui le reazioni variano dal teatrale al francamente offensivo. Sembra infatti che per Sanchi insultare faccia parte della prassi: i candidati si ritrovano a essere etichettati come “ridicoli”, “dilettanti”, “perditempo”, e persino come “incapaci” e “incompetenti”. E non pensate che finisca lì: alcune delle risposte raggiungono livelli di maleducazione a dir poco peggiori.

Articoli scartati…e poi pubblicati

A quanto pare, però, i commenti di Sanchi non erano solo crudeli: erano utili anche per lui. Alcuni candidati, infatti, si sono ritrovati a scoprire che il loro articolo “inaccettabile” era stato pubblicato comunque su Life & People, giusto con qualche parola cambiata qua e là, e – ma guarda un po’ – senza nessuna traccia del loro nome. Il colpo di genio è evidente: da una parte, Sanchi raccoglie articoli scritti e pronti senza mettere mano al portafoglio, dall’altra lascia i giovani aspiranti con l’autostima sotto zero, convinti di essere, come diceva lui, “incompetenti” e “incapaci”. E così il direttore, con un sapiente copia-e-incolla, sforna contenuti freschi senza spendere un euro e senza nemmeno il rischio di un ringraziamento accidentale. È uno schema impeccabile, quasi ammirevole nella sua spudoratezza: dopo aver scaricato l’autore, Sanchi prende il suo articolo, lo piazza sul sito e nessuno sospetta nulla…tranne il povero ex-candidato che, con un misto di rabbia e incredulità, vede il proprio lavoro pubblicato lì, senza nome, senza compenso, e con quella leggera sfumatura di beffa in più.

Direttore o improvvisatore?

Oltre agli insulti, un altro aspetto inquietante si fa largo nella storia. A quanto pare, non bastava insultare giovani aspiranti giornalisti, ma in qualche caso sono emerse conversazioni in cui fingeva di essere un’altra persona, una sorta di “colpo di scena” che rende questa vicenda ancora più surreale. Sanchi avrebbe utilizzato il nome di altri collaboratori senza autorizzazione, lasciando molti allibiti. Questa storia non è certo passata inosservata, e chi è stato “coinvolto” da Sanchi non si è fatto pregare per raccontare la propria esperienza sui social. Su Twitter e Instagram abbondano i resoconti di chi ha avuto a che fare con lui e non ha certo dimenticato le offese ricevute. E la domanda sorge spontanea: come può un personaggio del genere andare avanti da anni in una posizione di tale visibilità? Le denunce pubbliche sembrano non aver sortito effetto; Life & People continua ad apparire su LinkedIn e l’annuncio si ripresenta ciclicamente, come un appuntamento fisso.

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