MONDRAGONE – “Dopo 30 anni di carcere e tanti omicidi valgo 500 euro?”: tutta una questione di soldi. Per Francesco Tiberio La Torre, 65enne, alias Puntinella, il curriculum criminale che vantava avrebbe dovuto spingere gli imprenditori a cedere alle sue richieste estorsive senza troppe resistenze. E invece, non sarebbe sempre andata così. Nel dicembre 2023, a fronte dei 15mila euro che avrebbe preteso dal titolare di un’attività commerciale, trovò la disponibilità della vittima a dargli solo 500 euro. Alla stessa persona, però, poco prima, La Torre sarebbe riuscito a estorcergli qualcosa in più: 1.000 euro. A ricostruire questa presunta condotta criminale di Puntinella, cugino di Augusto La Torre, guida della disciolta (per la Dda) cosca dei Chiuovi, è stata l’indagine dei carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone. Gli elementi raccolti hanno convinto la Direzione distrettuale antimafia di Napoli a chiedere e ottenere per il 65enne una misura cautelare con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Secondo l’accusa, Puntinella avrebbe taglieggiato anche la cooperativa che nel 2022 gestiva i parcheggi a pagamento per il Comune di Mondragone, obbligandola a versargli 2.500 euro. Anche in questo caso, l’iniziale richiesta era stata di 15mila euro, avanzata al legale rappresentante della cooperativa al quale La Torre, affermano gli investigatori, si presentò come il boss della malavita di Mondragone. Per intimidirlo, dichiarò: “Ho fatto 30 anni di carcere e sono stato condannato per dieci omicidi”.
Nel mirino del 65enne sarebbe finita anche una società che svolgeva opere di giardinaggio nelle aree verdi comunali. In un primo momento chiese invano 5mila euro, ma dopo minacce esplicite, come quella di “sguarrarlo”, sarebbe riuscito a ottenere mille euro.
La misura cautelare, disposta dal giudice Valentina Giovanniello del Tribunale di Napoli, è stata notificata ieri a La Torre in carcere, dove si trova per un’altra vicenda giudiziaria in cui è accusato di estorsione ai danni di Giovanni Zannini, consigliere regionale, e Alfredo Campoli, imprenditore e marito di Rosaria Tramonti.
Per queste accuse, però, il processo è già in corso dinanzi al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
Francesco Tiberio La Torre, assistito dall’avvocato Carlo De Stavola, è da ritenersi innocente fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.
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