Terzo mandato, Morassut (Pd): è un rischio per la democrazia

Roberto Morassut

NAPOLI – Impossibile intervistare un esponente del Pd e non affrontare il tema del terzo mandato, che rischia – almeno in Campania – di provocare uno scisma senza precedenti. Roberto Morassut, deputato del Partito Democratico, in effetti non si tira indietro, affrontando anche temi cruciali come le sfide del Partito democratico a guida Schlein, la recente manovra di bilancio e le priorità per rilanciare il Paese. Le sue riflessioni offrono uno spunto comprendere le dinamiche politiche attuali e le prospettive future del nostro sistema democratico.
Onorevole Morassut, il tema del terzo mandato è al centro del dibattito politico. Qual è la sua posizione in merito?
Il terzo mandato non è previsto dall’ordinamento. Ritengo che introdurlo, peraltro senza una chiara copertura legislativa nazionale, comporterebbe un rischio significativo per il nostro sistema democratico. Si rischierebbe di creare forme “ducali”, in netto contrasto con l’idea di una democrazia che si rinnova costantemente. Le esperienze provenienti dai governi regionali possono essere valorizzate in molti altri modi. Questo è il compito delle classi dirigenti: evitare di ossificare le istituzioni e utilizzare le migliori risorse in contesti diversi.
Il Partito Democratico sembra godere di un momento favorevole. A cosa attribuisce questo consenso?
Il Pd viene premiato perché ha intrapreso una strada chiara sotto la guida della segreteria di Elly Schlein. La sua linea di rinnovare il partito, trasformandolo in una forza politica aperta, capace di dialogare con la società reale e di farsi carico dei bisogni fondamentali dei cittadini, è stata ben accolta dal nostro elettorato. Inoltre, il Pd si è fatto garante dell’unità delle opposizioni, rispondendo a una richiesta di coesione proveniente dagli elettori. Quando altre forze della coalizione litigano, ne subiscono le conseguenze negative. Abbiamo visto, ad esempio, che in Umbria e in Emilia Romagna l’unità ha portato benefici a tutti.
Parliamo della manovra di bilancio. Qual è il giudizio del Partito Democratico?
Abbiamo definito questa manovra di bilancio una “manovra di galleggiamento”, e credo che questa espressione descriva chiaramente la situazione. È una manovra che non risponde alle esigenze del Paese in termini di investimenti, servizi e infrastrutture. Non offre scelte strategiche, né prospettive per il futuro. Noi siamo fermamente convinti che il servizio pubblico debba essere tutelato. Inoltre, il conflitto interno alla maggioranza è indicativo: è l’inizio di una crisi che potrebbe portare al loro crollo politico.
Quali sono le priorità per il rilancio del Paese?
Tutti gli indicatori dimostrano che il rilancio del Paese passa dalle aree interne, dalle periferie urbane e dalle zone metropolitane. Sono questi i punti nevralgici per affrontare la crisi sociale, demografica ed economica che stiamo vivendo. Occorrono investimenti stabili e, soprattutto, scelte legislative adeguate, in particolare sul tema del governo del territorio. Dobbiamo facilitare la resilienza degli investimenti, eliminando gli ostacoli procedurali che troppo spesso bloccano progetti cruciali per il Paese.

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