L’ex ciclista Crescenzo D’Amore muore a Pomigliano d’Arco. IL RITRATTO DI CRASH

Crescenzo D'Amore

POMIGLIANO D’ARCO – Il mondo del ciclismo è in lutto per la tragica scomparsa di Crescenzo D’Amore (nella foto), vittima di un incidente stradale avvenuto nella notte tra sabato e domenica nel napoletano. Aveva 45 anni e, con il suo talento e la sua determinazione, aveva scritto pagine memorabili della storia del ciclismo. Le circostanze dell’incidente sono ancora al vaglio degli inquirenti, che non escludono l’ipotesi di un malore. Crescenzo D’Amore, nato a Napoli nel 1979, aveva mostrato fin da giovane una predisposizione straordinaria per il ciclismo. Nel 1997 conquistò l’apice della sua carriera vincendo il Campionato del Mondo Juniores su strada a San Sebastián, superando in volata avversari di altissimo livello. Questo successo gli valse la consacrazione tra le promesse più luminose del ciclismo italiano.

Caratterizzato da doti di velocista puro e da una notevole abilità nelle cronometro, D’Amore aveva già mostrato il suo talento l’anno precedente, classificandosi secondo nella prova a cronometro ai Mondiali Juniores su pista del 1996. Nel 2000 passò al professionismo con la Mapei-Quick Step, una delle squadre più prestigiose dell’epoca, dove vinse subito una tappa alla Vuelta a Argentina. Successivamente, gareggiò per squadre come Cage Maglierie-Olmo e Acqua & Sapone-Caffè Mokambo, ottenendo importanti risultati, tra cui una vittoria di tappa alla Settimana Coppi e Bartali nel 2004. Partecipò due volte al Giro d’Italia, nel 2003 e nel 2004, dimostrando il suo valore anche nelle competizioni più esigenti. Dopo un primo ritiro nel 2007, tornò in sella nel 2011 con l’Androni Giocattoli, ma concluse definitivamente la carriera nello stesso anno. Nel 2017 a D’Amore fu diagnosticato un linfoma, una sfida che affrontò con il coraggio e la determinazione che avevano sempre caratterizzato la sua vita. Si sottopose a un trapianto di midollo osseo e a controlli costanti, dimostrando una straordinaria forza d’animo.

Nonostante la malattia, rimase legato al mondo del ciclismo, continuando a ispirare con la sua resilienza e con il ricordo delle sue imprese. In gruppo, Crescenzo D’Amore era noto con il soprannome di “Crash”, appellativo che rifletteva il suo stile grintoso e combattivo. Chi lo conosceva lo ricorda non solo come un atleta talentuoso, ma anche come una persona umile e generosa, amata dai compagni di squadra e rispettata dagli avversari. La sua vittoria ai Mondiali Juniores del 1997 rimane uno dei momenti più iconici del ciclismo giovanile italiano, un’immagine indelebile di un giovane campione che taglia il traguardo con le braccia al cielo. Un vuoto nel mondo del ciclismo La scomparsa di Crescenzo D’Amore lascia un grande vuoto nel mondo del ciclismo e tra tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato. La sua storia è quella di un uomo che ha saputo affrontare con forza le sfide dello sport e della vita, ispirando chiunque abbia avuto il privilegio di incrociare il suo cammino. Mentre il ciclismo piange la perdita di un campione, proseguono le indagini sul decesso di D’Amore: l’uomo è stato trovato senza vita nei pressi della sua auto. Non è chiaro se si sia trattato di malore o incidente.

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