Buonanno confessa: “Da Filippo Capaldo soldi a Siciliano per un affare immobiliare a Telese”

Giovanni Buonanno

CASAPESENNA – Se il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere si è convinto a disporre per Paolo Siciliano, uomo d’affari di Capodrise, la confisca di beni a lui riconducibili dal valore di oltre 60 milioni di euro è perché non sarebbero esclusivamente frutto del suo acume imprenditoriale, ma anche delle profonde relazioni che avrebbe intessuto negli anni con soggetti connessi alla mafia. E tra questi ci sono Filippo Capaldo, nipote del boss dei Casalesi Michele Zagaria Capastorta, e la famiglia Belforte, compagine malavitosa con base a Marcianise.
Uno dei settori che avrebbe fatto da teatro al rapporto imprenditoriale occulto tra Siciliano ed esponenti della criminalità organizzata per gli inquirenti è sicuramente quello dei supermercati. Ma il materiale offerto dalla Direzione distrettuale antimafia ai giudici della sezione Misure di prevenzione ha fatto emergere come l’uomo d’affari avrebbe usato soldi dei mafiosi anche per investire nel settore edilizio.

A parlarne con i magistrati della Dda è stato Giovanni Buonanno, alias Gnucchino jr, ex esponente dei Belforte e ora collaboratore di giustizia. Il pentito ha raccontato che Siciliano aveva comprato delle villette per 600mila euro a Telese e aveva chiesto anche a Filippo Capaldo di partecipare. “Siciliano – ha dichiarato – mi raccontò che si fece dare qualcosa anche da Filippo Capaldo per completare i lavori, proponendogli in pratica di immettere dei capitali per poi dividere i guadagni in proporzione alla somma data, in questo caso, appunto, 100.000 euro. Io dissi al Siciliano che già lo sapevo perché nel 2016 mi fu riferito dallo stesso Filippo Capaldo, in occasione della nostra comune detenzione nel carcere di Lanciano, dal gennaio 2016 fino a quando – ha chiarito Buonanno – non fu sottoposto al regime di 41 bis, mi pare nel maggio del 2016. Ricordo che fui io a preparargli le sue cose prima che fosse trasferito. Avevo instaurato con il Capaldo un buon rapporto: con lui facevamo anche i colloqui insieme. Mi presentò i fratelli Nicola e Francesco, la moglie, la madre Beatrice. Durante questi colloqui in carcere, il Capaldo mi disse che quando era uscito nel 2015, avendo un rapporto con Paolo Siciliano sin dai tempi della Euro Milk, questi gli fece una proposta, dicendogli che stava per aprire un cash and carry nella zona di San Nicola La Strada, alle spalle della Motorizzazione civile.

Effettivamente, la piattaforma è stata realizzata e Capaldo è stato assunto lì in qualità di ragioniere, avendo il permesso di potervi andare nonostante la misura di prevenzione cui era sottoposto. Il Capaldo – ha proseguito Gnucchino jr – mi ha raccontato di altri investimenti con il Siciliano, il quale, quando fu arrestato, si comportò male nei confronti del fratello Nicola. Infatti, quando il fratello si rivolse al Siciliano per ottenere denaro, non ottenne alcunché, perché il Siciliano disse che ‘se la sarebbe vista con me’. A questo punto – ha aggiunto il pentito – il Capaldo chiese a me, ormai prossimo alla scarcerazione, di intercedere presso il Siciliano per vendere le villette di Telese e fargli recuperare i soldi investiti”.

Buonanno ha riferito ai magistrati, inoltre, che dopo la comune detenzione in prigione, il suo rapporto con Capaldo “divenne sempre più confidenziale”.
Siciliano, per i supposti rapporti imprenditoriali occulti con Capaldo, era finito a processo con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, ma da questa imputazione è stato assolto in primo grado: il giudice ha rinviato gli atti in Procura invitandola a contestare altro tipo di reato. Capaldo è stato recentemente condannato, invece, in primo grado, per minacce e riciclaggio nell’ambito di un processo nato da un’inchiesta della guardia di finanza tesa a colpire un giro di usura ed estorsione all’ombra dei Belforte.
Tornando al provvedimento di confisca, contro di lui, logicamente, la difesa di Siciliano potrà presentare ricorso ed ottenere, se riuscirà a far valere le sue ragioni, l’annullamento e la restituzione dei beni.

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