Inchiesta sul traffico dei rifiuti. Pirozzi e Poziello a piede libero

Respinta la richiesta dei domiciliari per il sindaco e il suo predecessore

GIUGLIANO – Il gip del tribunale di Napoli Nord ha rigettato le richieste di arresti domiciliari avanzate dalla Procura per il sindaco di Giugliano, Nicola Pirozzi (nella foto a sinistra), e per il suo predecessore Antonio Poziello (nella foto a destra), entrambi tra gli indagati nell’ambito di un’inchiesta sull’appalto dei rifiuti

La posizione di Poziello e quella di Pirozzi sono diversificate. Quest’ultimo quando ha saputo di essere indagato – due mesi fa, quando sono stati fissati gli interrogatori preventivi dinanzi al Gip per effetto delle riforma Nordio – si è sospeso anche dal Pd mentre Poziello si è dimesso dall’incarico di consigliere comunale. Ora bisogna attendere se la Procura di Napoli Nord deciderà di fare ricorso al Riesame. Nel caso Pirozzi restasse a piede libero, a quel punto non sarebbe da prendere in considerazione la possibilità che possa dimettersi. Anzi, darebbe il via al rimpasto in giunta che tiene in serbo da settimane. Nel frattempo l’inchiesta prosegue. Turbativa d’asta e corruzione in relazione a gare d’appalto nell’ambito dell’affidamento del servizio integrato di raccolta dei rifiuti: la procura di Napoli Nord ha richiesto misure cautelari nei confronti di alcune delle persone interessate dall’inchiesta, che coinvolge i Comuni di Marano di Napoli e Giugliano in Campania. Emessi i provvedimenti del divieto di dimora a Napoli e la sospensione dai pubblici uffici che colpiscono due soggetti, Luigi Grimaldi, ex assessore all’Ambiente a Giugliano, oggi consigliere comunale di Napoli e consigliere metropolitano, e Domenico Abbatiello, dipendente comunale di Marano, con mansioni, all’epoca dei fatti, di sorvegliante.

A dare esecuzione alle misure cautelari sono stati i carabinieri del gruppo di Castello di Cisterna. Disposti anche sette sequestri preventivi, nei confronti di altrettanti indagati, per un totale di circa 200mila euro, corrispondenti alle somme indebitamente percepite a titolo corruttivo. Risultano infatti indagati, per turbativa d’asta e corruzione a gare d’appalto, ulteriori soggetti vicini alle amministrazioni comunali e responsabili delle società di rifiuti che operavano ed operano nei due centri del napoletano, e per i quali non è stata ravvisata la sussistenza delle esigenze cautelari. Le indagini, condotte per circa tre anni a partire dal 2018, come ricostruisce la procura di Napoli Nord, hanno rilevato “l’esistenza di un “sistema” costituito da dipendenti e amministratori” dei due enti locali, i quali “con la complicità di alcuni imprenditori e faccendieri, hanno conseguito l’aggiudicazione di appalti attraverso condotte corruttive e di turbata libertà degli incanti”.

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