Un concerto in un racconto:” Ester e l’ape sul fiore blu “

Venerdì 24 Gennaio 2025, a partire dalle ore 18.30, presso Accademia Internazionale Enrico Caruso di Napoli.

In scena “Ester e l’ape sul fiore blu “, uno spettacolo scritto da Nina Borrelli, che ne è anche la voce recitante, musicato e eseguito al pianoforte da Maria Grazia Ritrovato.

Un racconto in memoria della Shoah.

“Ester e l’ape sul fiore blu” è una storia ritrovata tra le pagine di vecchi taccuini che con una serie di flashback, e  ripercorre il susseguirsi di momenti della vita di una artista ebrea sopravvissuta alla follia nazista.

Nel testo si alternano momenti di una fanciullezza serena, a attimi che attraversano i ricordi: la guerra, la deportazione.

Uno spettacolo su un tema rilevante, che pone l’accento sull’importanza dell’ arte e della musica, come uno dei mezzi meno indagati, ma fondamentale, per ricostruire in quale modo gli ebrei sono riusciti a resistere al tentativo di annientamento messo in atto nei loro confronti durante la seconda guerra mondiale. Su quanto abbia significato l’Arte per molti internati nei campi di concentramento, come estremo e salvifico atto di resistenza contro la morte.

Le storie di musicisti noti si intrecciano a quelle di altri meno noti o sconosciuti, storie di persone che, pur vivendo quotidianamente nell’orrore dei campi di concentramento, hanno continuato a coltivare la passione per la musica come atto di resistenza alla morte, e affermazione della propria irriducibile umanità.

Il testo, indaga e sottolinea anche, la produzione musicale femminile durante quegli anni terribili.

Uno spettacolo che parla d’amore e di musica.

Abbiamo raggiunto al telefono Maria Grazia Ritrovato, e le abbiamo fatto alcune domande sulla “piece”.

Come nasce questo spettacolo?

Concerto in un racconto “Ester e l’ape su fiore blu”, un racconto in memoria della Shoah, su testo di Nina Borrelli,  nasce da ricerche sugli artisti deportati, considerati “degenerati” dal Terzo Reich, perché andavano contro la loro concezione dell’ arte. Da queste ricerche, siamo venute a conoscenza che molte donne presenti nei campi di concentramento utilizzavano l’arte per sopravvivere a tale nefandezza, e che si sono dedicate a comporre musica. Il mio interesse per le compositrici di tutti i tempi si è unito alle ricerche dell’ autrice e ne è venuto fuori un progetto molto impegnativo.

Quale è il tema che tratta?

Musica, arte, amore, musica per resistere alla morte, agli orrori, per poter sopravvivere.

Con Nina Borrelli un incontro consolidato nel tempo, ormai una collaborazione più che decennale, abbiamo cominciato con “Scugnizzi”, poi ” Basta un tango”. ” Il mio nome è Partenope”, ” Io e Satie” e domani portiamo in scena “Ester e l’ ape su fiore blu “. Ma sono in cantiere altri progetti interessanti e dai temi attuali.

Ci parli dei brani che hai scritto per questa rappresentazione?

In ogni spettacolo con i testi di Nina Borrelli,  ci sono sempre delle musiche mie originali, scritte per l’ occasione, in questo spettacolo ci sono tre brani: “Viglid far Ester” , “Ballata”, ” Valzer triste” , coerenti col testo e le suggestioni delle parole.

Le associazioni culturali, stanno diventando sempre più centrali, svolgono oramai quel ruolo che un tempo era del teatro: ospitare nuove drammaturgie, e artisti. Come commenti, da un punto di vista artistico e sociologico questa tendenza?

Ogni luogo è teatro. E qualsiasi luogo è importante per diffondere cultura.

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