NAPOLI – Agguato a Carmine Grammatica il 23 gennaio 2023 ai Quartieri Spagnoli: arrestato il boss Eduardo Saltalamacchia, 42 anni e Ciro Burraccione, 44 anni. Dagli uffici della questura fanno sapere che la squadra mobile (diretta da Giovanni Leuci) ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip su richiesta della Procura (Direzione Distrettuale Antimafia) nei confronti dei due, già detenuti. Sono indiziati dei reati di lesioni personali, porto e detenzione di arma da sparo tutti aggravati dalle modalità mafiose previste dall’articolo 416 bis. Sempre la polizia fa sapere che l’ordinanza cautelare compendia gli esiti delle indagini condotte dalla squadra mobile in relazione al ferimento a colpi d’arma da fuoco di Carmine Grammatica alias ‘tappet’, evento avvenuto la sera del 23 gennaio 2023 in vico Lungo San Matteo a Quartieri Spagnoli.
Le attività d’indagine sul contesto dei gruppi stanziali nell’area di Montecalvario hanno evidenziato che in quel periodo quella zona era divisa per la gestione delle illecite attività ed in particolare per lo smercio di sostanza stupefacente, fra tre ‘paranze’ operative in quella zona.
Tra la fine dell’anno 2022 e l’inizio dell’anno 2023 si era registrato un momento di fibrillazione dovuto alle mire espansionistiche di gruppi di giovanissimi, che aveva visto il verificarsi di diversi ferimenti a colpi d’arma da fuoco, tra cui il tentato omicidio di Vincenzo Masiello, avvenuto il 5 novembre del 2022, per il quale sono già stati eseguiti dei provvedimenti cautelari nell’aprile del 2024 e successivamente il ferimento di Grammatica, oggetto del provvedimento cautelare in argomento.
Stando alla ricostruzione della questura, la vittima, inizialmente ritenuta contigua al gruppo riferibile a Vincenzo Masiello, avrebbe mostrato l’intenzione di rendersi autonoma e avrebbe posto in essere una fiorente attività di spaccio di stupefacenti in una zona assegnata al gruppo riferibile ad Eduardo Saltalamacchia e, per tale motivo, sarebbe stato ferito con una penna pistola dagli indagati.
Sarebbe questo il ‘casus belli’, secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine. Va detto, cheil provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini.