NOMI E FOTO. Pestato per un debito di droga, 2 arresti a Marcianise

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Antonio Amoriello, Alessandro Del Prete e Filomena Anziano

MARCIANISE – Una partita di droga non pagata: a riceverla un artigiano 44enne, figlio di una commerciante. E chi gliel’aveva venduta, stanco di aspettare il denaro, diede il via a una vera e propria caccia all’uomo: voleva individuarlo, minacciarlo, convincerlo a pagare. E se non avesse recuperato subito i quattrini, pestarlo. Cosa che, hanno ricostruito i militari dell’Arma, accadde lo scorso ottobre in via Della Pace.

Il presunto protagonista di questa azione violenta, secondo la Dda di Napoli, è Antonio Amoriello, 36enne di Marcianise (nipote di Giovanni Anziano, detto Giannaniello, storico esponente del clan Belforte). E ad affiancarlo nella spedizione ci sarebbe stato Alessandro Del Prete, 25enne, anche lui marcianisano. I due, accusati dell’aggressione mafiosa al 44enne, ieri sono stati arrestati dai carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta, supportati dai militari della Compagnia di Marcianise, su ordine del gip Nicoletta Campanaro del Tribunale di Napoli: per Amoriello è scattata nuova ordinanza in carcere (dopo quella di novembre), domiciliari, invece, per il 25enne.

L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha fatto emergere che la vittima, per non aver saldato il debito di droga, venne colpita più volte con una mazza da baseball, rimediando fratture alle costole e un vistoso taglio al braccio.
Secondo gli inquirenti, coinvolti nella pianificazione dell’aggressione anche altre quattro persone, di cui due donne, tutte indagate a piede libero. Di chi si tratta? Filomena Anziano, 48enne, sorella del già citato Giovanni, Maria Amoriello, 33enne, entrambe di Marcianise, Francesco Bianco, 19enne, e Francesco Saverio Chiorri, 38enne di Capodrise.

Ai quattro l’Antimafia contesta, in concorso con i destinatari del provvedimento cautelare, il reato di tentata estorsione con l’aggravante del metodo mafioso e lesioni. Il solo Amoriello, invece, risponde di detenzione ai fini di spaccio di narcotici (la condotta riguarda il quantitativo che avrebbe venduto al 44enne pestato). E sempre il nipote di Giannaniello, in concorso con Del Prete, è accusato dall’Antimafia anche di violenza privata.

L’azione violenta, secondo la Procura di Napoli, è stata promossa da soggetti orbitanti intorno al clan Belforte e “rientra tipicamente nella strategia di affermazione e controllo del territorio posta in essere dai gruppi criminali e finalizzata a suscitare il generale clima di timore”.
Il brutale episodio andato in scena a ottobre in via Della Pace dimostra come il business dei narcotici sia diventato centrale nelle logiche mafiose: è il principale business delle cosche attive nel casertano. E gli investigatori, con le loro indagini, fanno il possibile per arginarlo, per renderlo meno fluido.

I provvedimenti eseguiti ieri sono misure disposti in sede di indagini preliminari, avverso le quali sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari delle stesse sono da considerare presunti innocenti fino a sentenza definitiva.
Amoriello, assistito dai legali Angelo Raucci e Massimo Trigari, era stato raggiunto da una precedente ordinanza restrittiva lo scorso novembre che lo teneva già in carcere con l’accusa di aver concorso nell’estorsione ai danni di un imprenditore di Capodrise insieme allo zio, Giovanni Anziano. Quest’ultimo, ritengono gli investigatori, mentre era ai domiciliari, con alle spalle già una condanna per mafia, si era rituffato nel business criminale in nome del clan Belforte trovando supporto nel nipote.

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