ROMA – “Dateci altre 24 ore”. Luigi Di Maio e Matteo Salvini ci provano ancora. I leader di Movimento 5 Stelle e Lega si sono incontrati alla Camera dei Deputati per l’ultimo tentativo di accordo prima che Sergio Mattarella affidi l’incarico di governo a un premier tecnico. La richiesta è di un giorno in più, rivolta direttamente al Presidente della Repubblica. Stamattina i due erano stati abbastanza chiari: il segretario del Carroccio si era detto disponibile fino all’ultimo a trovare la quadra per un governo politico, perché contrario a qualsiasi ipotesi tecnica. il deputato di Pomigliano aveva ribadito la posizione emersa negli ultimi due mesi: si alla Lega, ma senza Berlusconi. E la palla, quindi, era in mando a Forza Italia. Il Cavaliere non si era dimostrato favorevole ad un appoggio esterno a un governo tra pentastellati e leghisti, ma il governatore della Liguria Giovanni Toti, ospite a Radio1, ha lanciato una mezza apertura: “Il tema è che Lega e M5S hanno i voti per un accordo di governo, a cui Forza Italia non parteciperà con un appoggio esterno. Ma il che non vuol dire che non si possa guardare a questa esperienza di un nostro socio strutturale da 20 anni con critica benevolenza”. Spiega Toti, che si dice aperto ad “una specie di astensione benevola. Dopodichè vedremo cosa faranno”.
Svolta politica o governo istituzionale
La svolta politica che nessuno si aspettava, forse, è arrivata. “L’astensione benevola” citata da Giovanni Toti, potrebbe voler dire fare avviare un governo Lega-5Stelle, senza entrarci e senza appoggio esterno. Una sorta di strategia d’uscita per il partito di Silvio Berlusconi, che ha difficoltà serie a fare da stampella semplice a Matteo Salvini. Si tratta quindi, in queste ore, per tentare l’ultima impresa prima che Mattarella incarichi un tecnico di andare a cercare la fiducia in parlamento. Non è affatto scontato che il Cavaliere accetti, anzi. C’è l’ennesimo pranzo in corso a casa sua con la famiglia, per decidere il dà farsi. In caso di un no di Fi, la strada per il capo dello stato sarebbe obbligata. Ma il no ad oltranza di Lega e 5Stelle nei confronti di un governo non politico non lascia ben sperare: il governo ‘neutrale’ rischia seriamente di non incassare la fiducia del parlamento. In questo caso, si andrebbe subito al voto.
Eventuale voto il 21 o 28 luglio
Gli scenari, se non dovesse arrivare la fiducia, sono diversi. Quelle che sembrano più probabili, sono le due ultime domeniche di luglio: il 21 e il 28. E’ un’ipotesi che non piace al Quirinale: nella storia repubblicana si sono sempre evitate le elezioni estive, perché la partecipazione democratica sarebbe inficiata dall’inizio delle vacanze per milioni di italiani. La seconda ipotesi, per motivi diversi, è ancora meno gradita a Mattarella: il voto in autunno, ad ottobre. In questo caso, il rischio di non avere il tempo di approvare la manovra finanziaria è alto, e il conseguente aumento automatico dell’Iva al 25% sarebbe una sciagura per l’economia del paese.