Casal di Principe, nell’agenzia di pompe funebri i summit tra le cosche Bidognetti e Schiavone

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CASAL DI PRINCIPE – Casse diverse e territori di competenza distinti, ma gli esponenti delle varie cosche del clan dei Casalesi hanno continuato a interloquire tra loro. A raccontare delle frequenti riunioni criminali avvenute negli ultimi anni è stato il collaboratore di giustizia Antonio Lanza, alias Piotta, fino al 2022 capozona di Lusciano per conto dei Bidognetti. Tra le occasioni in cui ha riferito di questi summit c’è quella legata alla richiesta della Dda di Napoli di fornire le informazioni in suo possesso su Nicola Gargiulo, detto Capitone, che – secondo gli inquirenti – avrebbe assunto il ruolo di capo operativo della compagine Bidognetti dopo l’arresto di Giosuè Fioretto.

Lanza ha raccontato che Capiton’ era in possesso delle chiavi dell’ufficio della società dei Cerullo (si occupano di agenzie funebri) e proprio lì si sarebbero tenuti alcuni incontri: almeno tre o quattro, quelli che è riuscito a ricordare, con la partecipazione di esponenti del clan Schiavone. Tra i nomi che ha fatto compaiono quelli di Mario Schiavone, Luigi Mercadante e Benito Lanza. Gli altri nomi sono stati omissati nei verbali di interrogatorio di Lanza, recentemente utilizzati nell’inchiesta che ha portato all’arresto proprio di Gargiulo con l’accusa di associazione mafiosa. L’agenzia di pompe funebri a cui Piotta ha fatto riferimento è già stata oggetto di un’indagine della Dda che nel 2022 ha fatto scattare numerose ordinanze cautelari. L’inchiesta era incentrata sulla cosca Bidognetti e sui suoi affari. Francesco Cerullo sarebbe stato uno degli imprenditori che, secondo gli inquirenti, avrebbe garantito al gruppo di Cicciotto ‘e mezzanotte’ il controllo del settore delle agenzie funebri in parte dell’Agro Aversano. Cerullo, all’epoca dell’indagine, ricopriva il ruolo di direttore tecnico del consorzio ed è stato condannato in appello a 8 anni di reclusione.

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